Il mio utero si è laureato

Avete presente le occasioni importanti, quelle in cui uno vorrebbe essere tutto tranquillo, profumato e perfetto, e guai se svolazza anche solo una mosca nella stanza?

Diciamolo, ci sono eventi peggiori di Madre Natura che ti ricorda di poter procreare, specie se lo fa quando è Natale, oppure è il tuo compleanno. E tra questi rientra il farlo quando ti devi laureare. E non è che ci si possa raccontare  “Va beh, andrà meglio le prossime volte” perché al massimo ne hai un’altra e poi la storia finisce lì.

Eppure, non è così terribile.
È ottobre, stranamente fa ancora caldo, immagini di non doverti vestire pesante, di poter uscire fuori, tirare un gridolino in mezzo alla strada, saltare un po’ come i canguri dimenticandoti che gli abiti che indossi non sono stati ideati esattamente per quello. La settimana è tutto un soleggiare, poi arriva il fatidico giorno e acqua a catinelle. Siccome ti laurei al mattino, ovviamente piove praticamente solo al mattino, logico.

Ma c’è di peggio.
Le circostanze creano un bel po’ d’ansia, o meglio, lo studente se la crea da solo, perché poi quando ti trovi alla cattedra a discutere capisci che non stai combattendo la guerra e anzi, che è piuttosto semplice parlare per una dozzina di minuti di un argomento che conosci come casa tua, convivendoci da mesi. Detto ciò ti prendi tutti i diritti di crepare d’ansia i giorni prima e pensi: “Fortuna che comunque non ci sono altri guai da affrontare, adesso penso a questa laurea e poi riprendo a vivere normalmente” (e credetemi, l’ho detto davvero). Invece scopri che un tuo amico è arrabbiato con te proprio tre giorni prima della fatidica discussione e, mannaggia a te che te le cerchi sempre, gli chiedi il motivo. E scoppia il caos. Viva la tranquillità mentale.

Vi assicuro che esistono problemi ben più grossi.

Ed è proprio per questo che vi dico: non importa se piove, se avete litigato con qualcuno o ci sono altri problemi collaterali. Quando arriva la nostra occasione non bisogna più guardare in faccia nessuno e lanciarsi. Sembrerò parecchio pessimista, ma non mi duole ammetterlo: ognuno è solo su questo pianeta. Non è da egoisti dire che conta il singolo. Conta quanto riusciamo a spingerci oltre i nostri limiti e sappiamo tutti che chi ci circonda potrà dire tante belle parole, ma alla fine il gesto eroico dobbiamo farlo noi. E quando parlo di gesto eroico, mi riferisco a qualsiasi sciocchezza che ci passi per la mente, sia essa la paura del buio o di parlare in pubblico. Non me la sentirei mai di fare la differenza tra ciò che due persone percepiscono come ostacolo, non so cosa le abbia portate ad avere una difficoltà.

Quando arriva il momento di varcare la soglia si resta da soli, armati solo di coraggio e paura, uno in lotta contro l’altro. Sono quei momenti a farci crescere. E una volta superati, saremo più forti di prima.
L’ho sempre detto e non mi stancherò mai di ripeterlo: la fiducia in se stessi viene prima di qualunque altra cosa.

Il mio utero si è laureatoultima modifica: 2018-10-20T14:48:36+02:00da jessytherebel
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