Dicembre

Sono al secondo film su Netflix e definitivamente in vacanza, anche se è buffo definire “vacanza” i 16 giorni in cui tenterò disperatamente di fare più cose possibili che concernano lo studio. Parto col dire che come al solito ho accumulato più lavoro dell’intero tempo di cui dispongo e che se anche cominciassi adesso e non mi fermassi se non per dormire, non finirei mai in tempo.

Ecco perché ho deciso di adottare un’altra tecnica: fare finta di niente. Penso che potrei adottarla in ogni ambito della mia vita, visto che ormai non ho più voglia di sforzarmi per capire cosa passi per la testa alla gente. L’unica cosa che merita la mia comprensione è la chimica, il resto può serenamente aspettare. E mentre io inizio a dedicare le prime fantasie ai prossimi pranzi – l’unica cosa che non mi mette ansia – proverò a descrivere in modo pittoresco il panorama che si dipinge negli spazi tra un neurone e l’altro.

Dicembre. Cielo scuro, non si capisce se sia mattina o sera, non si può dire con chiarezza se una distesa di nubi avvolga l’area sottostante o meno, perché uno strato di nebbia riempie lo spazio tra gli occhi e il resto del paesaggio. E c’è un freddo pungente, l’umidità entra sotto gli strati dei cappotti e rende tutti vulnerabili.
I vetri delle macchine sono ghiacciati, i polpastrelli rossi e quasi inerti.
Il silenzio intorno è asfissiante, ci si sente perduti in mezzo ad una confusione che in realtà non esiste. Non si sa dove andare, i confini di ogni direzione si sono persi.
E tentare passi sembra la cosa più stupida che si possa fare.
All’improvviso compare una luce, si avvicina sempre di più, fino a deviare e correre così lontano da non saper più dire verso dove sta andando.
E si resta lì, nella nebbia oscura, a domandarsi se sia stato da imprudenti riporre una speranza in un bagliore passeggero. Eppure… mi è sempre sembrata la cosa giusta da fare.

 

Dicembreultima modifica: 2018-12-21T21:51:01+01:00da jessytherebel
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