Vita di una Ex-Liceale

In una bolla

Più passano le settimane, più la mia vita diventa una successione sempre più eclatante di eventi. Sono partita come una piccola pallina di neve in cima alla montagna e ormai sto trascinando avanti con me una valanga.

Non smetterò mai di stupirmi di quante cose sono cambiate negli ultimi mesi, di quanto sia cambiata io e di quale effetto possa fare ripartire da zero in una nuova città. Quello che ho desiderato per anni, durante l’adolescenza, è diventato la mia realtà e nemmeno ci ho pensato. Nemmeno me ne sono accorta di stare realizzando un vecchio sogno, proprio perché ero finalmente riuscita a mettere le radici da qualche parte. E, proprio come una pianta che viene estirpata, lo spostamento è stato doloroso. E quel che più mi sconvolge è che, dopo aver passato un mese in totale armonia con la città, ora vivo sospesa in una bolla di nostalgia che non riesco a far scoppiare.

Anche se stanno succedendo le cose più pazzesche, mi guardo intorno e vedo troppi palazzi a fare da primo piano al cielo azzurro e a pelle so che mi manca qualcosa. Perché il problema è che dovunque io vada, manca qualcosa. E non c’è molto altro da fare se non elaborare il pensiero e accettarlo.

Accettare che il posto in cui posso andare in riva al mare il sabato, dormire fuori e giocare a carte al quarto piano di un condominio in centro città non è lo stesso in cui posso mettere i pantaloni della tuta e sdraiarmi nel prato con i cani che mi saltano addosso, che il posto in cui ho l’indipendenza non è quello dove ci sono le persone che mi stanno più a cuore, che succederà sempre qualcosa a cui non posso assistere, perché starò vivendo un’altra esperienza un po’ di chilometri più in là. E, come ho accettato tante cose, accetterò anche questa…

Certo, tra una canzone triste e una lacrima non è facile cominciare il processo… E vedere che la data segna ancora il 24 aprile e che i giorni passano a rallentatore. Forse è più semplice quando si provano un po’ meno sentimenti, tutto è più attutito e fa meno eco, invece in questi ultimi giorni di aprile ogni nota passa attraverso un megafono e fa sempre più rumore, finché non si zittisce tutto, in un surreale silenzio, scandito da respiri accelerati e irregolari, incorniciato da un paio di lacrime.

In una bollaultima modifica: 2021-04-24T23:53:07+02:00da
Reposta per primo quest’articolo