Allegria

Sono lieta di fare la mia comparsa dopo giorni di lunga attesa, passati nel più grigio sconforto e nell’impegno più sfrenato, così come nella noia e nella fame, ma soprattutto sono felice.

Magari l’effetto svanisce domattina, ma non mi importa, può anche durare poco, mi basta che sia successo: ho fatto l’esame più pesante del semestre e ora mi sento come se pesassi quanto una piuma. Non perché l’ansia abbia contribuito a farmi pendere etti a destra e a manca, bensì perché il blocco di dispense per analitica strumentale è uno di quei concentrati di cose nemmeno astruse, ma sulle quali bisogna smadonnare abbastanza prima di arrivare a poter dire di aver capito.

Insomma sono a metà strada, a 2 su 4, a un orale e uno scritto dalla fine, e poi sarà la volta di un nuovo laboratorio e altri due esami… ma ogni cosa a suo tempo, per cui concentriamoci sulle giornate cardine di ieri e oggi.

Ieri, giornata piovosa in cui sono stata felice di alzarmi alle 6.30 per fare qualcosa di diverso dallo studiare, è stata un’altra giornata che mi ha dimostrato quanto io sia strana e attiri fenomeni strani. Sì, c’entrano gli autobus. Accidenti a me, questi mezzi pubblici riservano sempre più sorprese.
Salgo al mattino e guida un tizio che ho già visto. Sorrido, sorride. (Eh eh, l’esperimento sociale prosegue) Torno a casa per pranzo e guarda a caso guida di nuovo lui, al che quando mi vede arrivare alla fermata attacca bottone allegramente arrivando a mostrarmi le foto dei nipotini.

Mandatemi qualcuno che mi spieghi perché. Come è possibile che sia tanto facile parlare con un nonno e invece io stamattina sia rimasta senza parole davanti a due coetanei che per di più dovevano anche dare il mio stesso esame. Cos’ho in faccia che richama l’attenzione di uno sconosciuto e non di un mio simile? Perché stavolta non sono stata io ad attaccare bottone dopo averci riflettuto per delle settimane, io ho soltato salutato, giuro. Comunque sono contenta, anche se è curioso il mio modo di socializzare sono contenta che capitino queste cose. Così posso giocare la carta della ragazza speciale che si ferma ad ascoltare chi ha bisogno di fare solo due parole. Purché ci si vada piano, che nel profondo sono una persona normale pure io.

Ieri sono andata a dare un’occhiata all’esame che dovrò sostenere tra un paio di settimane, per farmi un’idea del panico da provare nei giorni precedenti e nel momento del giudizio e devo dire che la situazione mi è apparsa molto rosea: sarebbe persin bello se potessi restare tranquilla come stamattina, ma in fondo cosa posso pretendere da me per un orale? Forse dopo aver ripetuto quelle sette-otto volte minimo necessarie ad accertarmi che io sappia proprio tutto quanto ed essermi posta le peggiori domande scaturite dalla confusione più totale, forse solo allora potrò stare un filo più tranquilla, ma non ci scommetterei nulla.

Stamattina, che calma ragazzi! Sulla mia faccia c’era palesemente scritto “Non turbate il mio stato d’animo” e fortunatamente è stato così. Ho persino dovuto sentirmi dire che era assurdo che io fossi così tranquilla. Tutta invidia, ma fidatevi che se uno ha le scatole piene di un esame, non è che al momento clou fa un’eccezione, semplicemente protrae per inerzia nel suo stato di apatia uniforme. Dopo la disperazione di ieri poi, ben venga l’assenza di emozioni forti.

Seppure il mattino fosse stato allegro e pieno di buoni propositi per i nuovi argomenti da imparare, dopo pranzo non potevo certo affermare lo stesso. Avrei dormito volentieri, invece mi sono lamentata ben più del dovuto tra una pagina e l’altra di appunti. E me ne vergogno anche.

Per fortuna invece è andato tutto bene, ho capito che dovrei allenarmi a scrivere in fretta e non al pc, che qualche ora di pausa al pomeriggio non mi ucciderà nei prossimi giorni e che è tanto bello farsi coccolare.
Ognuno ha i suoi punti deboli. Io poi ne ho uno gigante sulla schiena chiamato “grattini”, che è un metodo efficace per mettermi a KO, farmi venir sonno e farmi diventare docile e tenera, che molto probabilmente verrà usato contro di me parecchie volte non appena qualcuno si accorgerà del potere delle sue cinque dita.

Oggi alle 16 parevo calata da una schiera angelica. Avevo una faccia che non si capiva assolutamente niente, a parte quando mi incantavo a fissare il vuoto sorridendo come un beté. E poi è anche comparso il mio migliore amico e da lì è stato tutto in discesa: la lenta discesa verso una jessytherebel che striscia verso il divano, ci si accascia sopra e non vuole alzarsi più; la stessa jessytherebel che ha detto che fidanzamento e sessione sono difficili da conciliare e un’ora e mezza dopo ha esclamato di avercela fatta (per la cronaca, non ho fatto assolutamente nulla di rilevante, a parte forse spegnere un altro migliaio di neuroni), la stessa sagoma che dopo 21 anni sa che se una cosa è difficile, prima si lamenta un po’ e poi la fa, lamentandosi ancora; la solita tizia a tratti pazza e intelligente, quella con gli attacchi di affetto che abbraccerebbe tutti, quella che starebbe a guardare le stelle tutta la notte… se solo non si addormentasse dopo un quarto d’ora!

Tanti saluti da un autentico concentrato di formule chimiche

Allegriaultima modifica: 2018-02-07T22:44:52+01:00da jessytherebel
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