A passo lento

Buonasera e benvenuti ad una nuova puntata di “È l’una passata ma non riesco a dormire” con la vostra fidata jessytherebel.
Oggi per poco non ho sfiorato un litigio con una vecchia amica. Mi sono quasi squagliata andando al supermercato. Ho praticamente mentito a mia dicendole che “sì, fooorse sarei uscita un pochino al pomeriggio”. Una giornata di cose quasi fatte. Fino alle 16, ora a cui, dopo aver recitato non so quale preghiera attraversando la strada – è successo tutto così rapidamente che lo ricordo appena – mi sono detta mentalmente “O la va o la spacca” e mi sono guardata intorno, col museo di scienze naturali alle spalle, per cercare il ragazzo con cui dovevo uscire.

Nove ore dopo, eccomi qui, nella penombra della luce da morto che ho in camera mia, rientrata mezz’ora fa, con la stessa espressione da ebete del pesce palla che se ne stava bello imbalsamato e inconscio di come gira il mondo in una teca del museo. C’erano anche delle virgole in questa frase. Bene.

Per come sono messa adesso, potrei forse tirare avanti altre due ore, che il mio cervello sta ancora processando tutto quello che è successo. Ho provato a raccontare la cosa al mio migliore amico in un audio, ne è uscito metà in silenzio. Ho risposto ad un altro, sempre per audio, commentando un libro, e dopo aver sparato nomi a caso per tutti i personaggi, ho chiosato con un “senti, la storia è giusta, però in questo istante non mi ricordo più niente e forse i nomi sono tutti sbagliati”. Penso a quanto sbarrerà gli occhi ascoltando il tono con cui ho pronunciato questa frase.

Qui in zona, l’unico a essersi calmato è forse il mio utero, che dopo avermi fatto disperare tutto il giorno, adesso pare aver voglia di riposarsi un po’. Credetemi, vorrei che questa frase avesse un doppio senso solo per sapere di aver perso chi sa quanto del ferro che ho meticolosamente integrato per giorni e giorni. E invece adesso sarò in difetto di almeno otto bistecche. Oddio, la carne!
*va in cucina a prendere la carne in freezer*
Scrivere ha appena salvato il mio pranzo di domani, lunedì e martedì. Dicevamo, sarà che per me tra le 16 e mezzanotte sono passate più o meno tre ore, ma oggi è stata tutta una battaglia contro la possibilità di avere figli.
Ma vogliamo parlare del tempismo spaventoso dell’unico crampo che mi ha fatto aggrappare al tavolino dell’hamburgeria e mi ha fatta piegare in due, esattamente quando la mia dolce compagnia si è assentata per andare alla toilette? E io che mi sono vista scorrere davanti la possibilità che quello fosse soltato il primo di una indefinita serie di crampi? Per fortuna mi sbagliavo, ma per un attimo mi sono vista spacciata.

E poi, il pullman perso per un pelo, la metro che però si trova più lontano, quella voglia di strappare ancora qualche minuto alla serata, perché è un peccato che finisca già. La metro insieme e le fermate che son sempre meno, le occhiate in silenzio, colme di imbarazzo perché nessuno dei due osa dire ad alta voce quello che pensa. Ed io, che cerco qualche vocabolo tra quelli che conosco in spagnolo, ma mi sembra che niente sia appropriato alla situazione, e stringo la manica della giacca con lo sguardo rivolto verso il basso. Che cosa strana salutarsi in metro, poi.

E adesso sono qui, incapace di dormire, che sorrido al pensiero di aver bucato entrambe le calze a furia di camminare e ringrazio le converse per non avemi fatto venire le bolle sui mignoli, e un po’ mi domando come funziona il mondo quando fa sì che due persone così si incontrino.

Non so se mi fa star meglio pensare che è la casualità, o una questione di probabilità. Qualcuno direbbe che è il destino, ma io ci credo poco. Ci ridurrebbe a marionette di una storia già scritta e io non penso che possa essere tutto così riduttivo. Io so solo che le cose succedono, a volte fanno male, altre volte sorprendono. E se le prime forse ci colpiscono di più, perché siamo più abituati a dar peso alle cose negative, quando arriva qualcosa di bello, lo sappiamo distinguere. E non c’è niente di meglio di una nuova eccitante avventura, in cui però non si ha paura di sfigurare e cui fa piacere procedere a passo lento, senza paura di perdere niente.

 

Queste sono le notti in cui non ho bisogno di intrattenermi con alcuna storia.
Queste sono le notti in cui basta la mia – jessytherebel

A passo lentoultima modifica: 2022-05-08T01:45:13+02:00da jessytherebel
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