Notte prima dell’esame

Sono qui che sgranocchio una fetta biscottata per spezzare la fame che è arrivata con un po’ di anticipo. E ora che l’ho finita ho due possibilità: o mi alzo e torno in cucina a prenderne un’altra per la terza volta, oppure faccio la pigra e resto qui seduta a scrivere.

Ci tengo a precisare che sono le 18 e non è ancora notte. Ma il titolo è figo e allora facciamo finta che sia più tardi, tanto è già tutto il giorno che ho sonno…

Ogni volta che provo a concentrarmi su un libro mi salta un mal di testa proprio sopra gli occhi, e invece appena li mollo sto bene. Quindi ho ripassato tutto il libro e ho smesso. Anche perché cosa voglio ancora ripassare? Tra 12 ore mi suona la sveglia, così poi vado a fare questo esame carino di stechiometria.

La cosa positiva di aver frequentato un liceo tremendo e aver assunto ritmi di studio assurdi è che ora, dopo il primo semestre universitario, non sono con l’acqua alla gola. Cosa che probabilmente mi farà odiare ben presto, ma cosa ci posso fare? Venivate anche voi dove sono passata io e… scappavate magari. Avrei potuto farlo anche io, ma sono stata parecchio stupida e non l’ho fatto. E a forza di accumulare sempre più stupidità a rimanere in quel posto, sono diventata un carro armato. Beh, più o meno.

Resta comunque che ieri ho superato l’esame di inglese (semplice rispetto a tutto il resto!) e domani ne faccio uno serio. Ci sta. Ma veniamo alla parte interessante…

Arrivo a Torino alle 12.45 con tutto tranne che fame, ma il buon senso mi suggerisce comunque di fermarmi a prendere qualcosa da mangiare. Tappa alla toilette, acquisto di una piadina cotto e formaggio (un classico, ovviamente) manco riscaldata perché dovevo inoltrarmi nell’inesplorato e caso mai la fortuna fosse stata dalla mia parte – come sempre, no? – avrei avuto bisogno di tempo per arrivare al luogo dell’esame.

Mi incammino per Corso Raffaello mentre levo la pellicola alla piadina e a malincuore ci ficco i denti dentro. Questo perché avrei preferito camminare un’altra oretta piuttosto che mettere giù roba nel mio stomaco. Arrivo davanti a Torino Esposizioni: il deserto. Manco uno studente che ci si stava avvicinando. E lì la domanda è scattata spontanea: sarò nel posto giusto?

Entro e mi lancio allo sportello informativo dove dopo un buongiorno chiedo “L’aula 3 è quella dove c’è il numero tre giusto?”
Dio, che perspicacia! Attenta che esageri tra un po’! Va beh…

Fortuna vuole che – per l’unica volta in tutta la giornata – io trovi due persone che conosco, e una terza con cui mi presento ed inizio a chiacchierare amabilmente. Lascio un po’ di piadina nella borsa per dopo, sperando che durante l’esame, mi venga fame, visto che durante l’esame viene sempre fame. Proprio perché uno non può mangiare.

Entriamo, ci sediamo dove ci va e facciamo questo esame a computer.
Già, gli amatissimi e fidatissimi computer. Che in sede d’esame generalmente fanno una sola cosa: causano problemi. A me poi, che li attiro con la calamita, non c’è da meravigliarsi se capita qualcosa.

Infatti prima mi si è riavviato Internet Explorer, un quarto d’ora dopo l’intero pc. Così ho cambiato postazione e ho ricominciato con la speranza di finire il più presto possibile, sperando di non avere più nessun tipo di attrito con la tecnologia. E infatti così è stato.

Momento di adrenalina cuocente nel momento in cui dovevo cliccare l’ultimo tasto per procedere alla valutazione… 61/70! Esame super passato! E lì mi son dovuta trattenere dall’urlare un “urrà” in onore del mio primo successo universitario. Perché bisogna comportarsi bene, eh!

Registro l’esame, esco, accendo il telefono e inizio ad informare tutti gli amici della riuscita. E poi mi lancio nella magnifica avventura del “come torno a casa?” Così, presa coscienza del fatto che il treno delle 15.13 non esiste perché evidentemente quei due numeri alla GTT non piacciono, mi trascino su un Sadem, procurandomi un mezzo infarto per aver letto che la fermata successiva sarebbe stata “Parigi” quando in realtà quello era il volo successivo in partenza da Caselle… Vi giuro, non ho parole.

Comunque vorrei mettermi a conoscenza del fatto che ci sono persone incredibili a questo mondo! Ad esempio la simpatica nonna napoletana seduta in pullman di fianco a me che si è sparata due voli in un giorno Napoli – Torino e Torino – Napoli per un controllo alle Molinette! Ero lì lì per dirle che io con due voli in un giorno sarei morta, e invece ho detto una cosa più furba e le ho fatto i complimenti. Che io faccio pena a confronto. Wow.

Tanti saluti ancora a questa signora di cui ovviamente non so il nome, e che nemmeno sa il mio. Ma ormai è già tanto se uno riesce ad attaccare bottone con uno sconosciuto mentre è su un pullman, quindi ritengo di essere stata molto fortunata.

Scendo a Caselle augurandole buon ritorno e mi imbatto in… niente! Il negozio in cui volevo andare era chiuso e allora ho chiamato mia madre, che mi ha salvato giusto in tempo da una raffica di vento tremenda che ha piantato un disastro tra la roba stesa. E mi ha arruffato tanto i capelli quando sono scesa dalla macchina. E sono rimasta poco a casa. Poco dopo sono andata in biblioteca in compagnia del mio migliore amico che non vedevo da praticamente due mesi e ora spero vivamente che non ne passino altri due prima di rivederlo. Altrimenti piango.

Ma la cosa più importante che ho imparato ieri è: non mangiare piadine fredde mentre cammini per strada. Perché al tuo organismo non piace.

E i miei amici possono confermarlo. Ooh se possono confermarlo!

Notte prima dell’esameultima modifica: 2016-02-04T18:39:05+01:00da jessytherebel
Reposta per primo quest’articolo