La logica dietro le taglie

Oh, questa è semplice: inesistente.

Perché se la 40 mi va bene e la 42 stringe da morire, io un paio di domande me le farei. È bello vedere come la maglia che indosso è una S, mentre il golfino un simpatico XL. Fortuna che almeno Decathlon con il suo abbigliamento sportivo dà qualche filo da torcere in meno, altrimenti potrei seriamente pensare di andare a studiare da sarta e cucirmi i vestiti direttamente da sola.

Sono reduce da un’intera ora passata in un negozio per comprare una maglia. Una fottuta maglia elegante. Sarà che essendo allergica per natura all’eleganza e provando niente altro che fastidio alla vista di quei pantaloni freschi di sartoria con il segno della stiratura proprio davanti alla gamba (e non di lato, come mi sembrerebbe logico), non mi è permesso di godere della bellezza degli abiti di classe…

“Stanno benissimo!” esclama la signora del negozio, un’esperta a vestire con gli occhi le persone, non fosse che io appartengo sempre più alla categoria ‘alieno’. Ebbene, agli occhi di tutti faccio proprio un figurone vestita così, mentre ai miei occhi mi sono appena scritta addosso con un pennarello indelebile la parola DISAGIO. Ogni tanto, se potessi tagliarmi la testa e appoggiarla in un angolino solo per evitare di esporre al pubblico il mio muso dall’espressione scioccata, lo farei.

Vorrei cancellare con una gomma l’evidenza, ovvero le labbra leggermente inarcate verso il basso, gli occhi forse sgranati, quel naso tondo. Beh ma almeno dal naso non si capisce che emozioni provo, da tutto il resto sì. Ormai ho imparato che mi si legge tutto sul viso, come se sopra agli occhi avessi un pratico schermo con tanto di illuminazione a LED in cui la scritta in sovraimpressione indica esattamente ciò che mi attraversa il cervello in quell’istante. Elaborato, tra l’altro, quindi comprensibile alla vastità del pubblico.

È sabato 6 ottobre. Se fosse un normale 6 ottobre universitario penserei a sgombrare un ripiano della scrivania per far posto alle novità del nuovo anno accademico, senza contare che sarebbe già persin cominciato… da due settimane. Invece le mie lezioni iniziano tra due giorni, per uno studente medio sono ancora in vacanza, mentre per i miei compagni di avventura questo è l’ennesimo giorno che ci separa dalla laurea. Ricordo di aver pensato, dopo la maturità, che finalmente avrei avuto tre anni di calma senza altri brutti scherzi riservati dal sistema scolastico. Ammettiamolo, la maturità è un gran bordello in cui una bella fetta del risultato è legata alla fortuna. Fortuna su una scala di tempi lunga, oserei aggiungere.

Invece qui non c’è proprio niente che abbia a che fare con la fortuna, o meglio: diciamo che è chiamata in causa quando si tratta di scegliere il relatore. A due mesi dal fatidico giorno non c’entra più la fortuna. C’entrano l’impegno, la passione e le capacità. E quando arriva quel giorno… direi che conta molto la capacità di mantenere la calma, cosa che io sto ancora cercando di imparare. Mi sono messa in fila per la distribuzione della mia quota un bel po’ di tempo fa e quando è arrivato il mio turno mi hanno detto che purtroppo quel che avevano era andato perso. “Cercala tu”, mi hanno risposto. E così, nel tempo libero, capita che io mi metta a cercarla. Trovo sempre e solo briciole, ma sono anche i granelli a fare il mucchio, no? E così, continuo a cercare.

Spero di finire entro due anni, visto che per quel giornoci terrei a fare bella figura. Per ora mi basta superare il tutto senza cadute di stile, che a quanto pare sono il mio forte.

Non lo so, questa cosa che forse fa temporale e io vado all’università in autobus, mi sa tanto di catastrofe preannunciata… Un giorno vi farò sapere com’è andata.

La logica dietro le taglieultima modifica: 2018-10-06T18:58:05+02:00da jessytherebel
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