Il caffè e la gente tra i piedi

Ultima settimana di lezione, sentite anche voi gli uccellini cinguettare? Ebbene sì, perché fa caldo anche se poi nevica, la siepe è abbastanza grossa da ospitare anche tre specie diverse contemporaneamente e non ho ancora nominato la bestia nera. Bla bla, uff, gli esami. Io non ne parlerei, tanto vale aver speso 40 minuti in un testo catartico che non pubblicherò, per poi ripiombare nella pece più nera andando a chiamare il mostro. Lasciamolo lì in pace, che è tanto bello vivere tranquilli e spensierati.

Già, fino a quando non si piomba in balia dei feromoni impazziti e si salvi chi può. Chiamatelo coraggio, chiamatela pazzia, ho deciso di manovrare un pochino il corso degli eventi facendo una mossa a caso, precisamente offrendomi come protagonista per bere un caffè.

Ora, solo pochi eletti conoscono i molteplici e disastrosi effetti che la caffeina esercita sul mio corpo, secondi soltanto alla stanchezza delle due di notte, e possibilmente comparabili con una sbornia (triste o felice a seconda della giornata), se solo mi fossi mai ubriacata.
Mi dicono che sembro già alticcia di mio, a volte, quindi me lo faccio bastare. (Ora devo solo imparare a fingere di bere, poi sarò pronta per inserirmi nelle dinamiche sociali più complesse, nel frattempo mi faccio andare bene la Pepsi)

Oh cielo, quella sera che ho preso la macchina per andare in un pub a Torino ho quasi creduto di aver avuto una crisi di identità, ma non appena il tizio dietro al bancone ha reagito alla parola “analcolico” ho avuto la conferma di essere ancora jessytherebel.

Ma dicevamo, il caffè. Quasi mi verrebbe voglia di studiarmi. La mia versione cavia dice che la caffeina può causare attacchi d’ansia, ma anche attacchi spastici di allegria. Giuro, allegria. Tipo che mentre prendete appunti di meccanica quantistica, la vostra mente produce immagini sublimi come una barca arenata in un bosco e cominciate a ridere. Tutto ciò continuando meticolosamente a prendere appunti e, ovviamente, a non capire un cazzo di quello che sta succendendo sia intorno che dentro di voi.

Ora starete pensando tutti che io sia malata, ma ahimè, questo è il meno, perché si può evitare semplicemente restando lontani dalla bevanda incriminata.
Quando invece parte il feromone impazzito non c’è più nulla di fare. Non è che uno possa occludere tutti i propri recettori e sperare di tirare avanti come un robot senza essere condizionato dai segnali esterni. Perché dovrebbe anche cavarsi gli occhi o tagliarsi le caviglie oppure cambiare mestiere.

Succede che un giorno ti stai palesemente facendo una vagonata di affari tuoi, quando – vai a sapere cosa scatta nell’aria – cominci a ritrovarti tra i piedi sempre la stessa gente. Al che passa del tempo, ma lo sciame di mosche che ti ronza intorno è sempre lo stesso, e cominci ad osservare un po’ meglio da cosa è composto. Ecco, questo è il fulcro della fregatura: l’esatto istante in cui cominci a mostrare un briciolo di interesse per le novità è il momento in cui ti metti in croce da solo, perché da lì in poi andrai dritto come un radar a cercare sempre quella particolarità e in uno schiocco di dita la vedrai ovunque.

E poi resta concentrato, se sei capace.

 

É tutto dalla vostra jessytherebel, la cui unica certezza è la seguente: se c’è una sessione esami, ci sono anche altri casini in vista. E infatti… *palmface*

Il caffè e la gente tra i piediultima modifica: 2019-01-23T22:41:28+01:00da jessytherebel
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