Me falta un trozo de diente

La vita a Barcellona sta diventando sempre più pazza. Tra paper scritti dal niente a tempo record, colleghi che complicano la vita, tanta voglia di dolci e soldi che temono la sedentarietà della vita in conto corrente, ci mancava solo questo.

Avrei preferito esordire con un “me falta un novio”, che tanto non è nulla di nuovo sotto il sole, e al massimo avrebbe incorniciato l’ennesimo fallimento. È con queste premesse e un certo livello di rancore che circola nelle vene che stamattina, subito dopo una meritata razione di pane e marmellata di more, noto una macchia nera là dove non dovrebbero mai essercene e più fisso il riflesso del profilo del penultimo molare sinistro con la torcia del cellulare, più mi convinco che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato nella sua forma: l’idea che l’otturazione di non so nemmeno più quanti anni fa sia saltata via per sempre prende piede a tutta velocità.

Dopo un primo momento di panico, faccio una scelta saggia: infilo pareo e ombrello nello zaino e me ne vado in spiaggia. Badate bene, non sono cretina ad aver scritto “ombrello”, ma nemmeno ho tentato di scarrozzarmi dietro un ombrellone. Semplicemente era prevista pioggia in tarda mattinata e mi sono attrezzata per non fare una doccia fuori casa. O meglio, ci ho provato. Il tentativo di ripararmi una secchiata d’acqua proveniente dall’alto non ha certo impedito a quella che avanzava in orizzontale di riuscire nell’impresa, distraendomi dal dente incompleto.

Tuttavia, quel pensiero è tornato a sfiorarmi adesso, a mezzanotte passata, perchè non ho bevuto abbastanza spritz da spegnere i brutti pensieri. E ti pareva che andavo a ricascare lì dove non dovevo, pensando prima all’alcol, poi alla birra, poi all’aperitivo post-lavoro del giovedì… Anche se non è questo il caso, mi sembra di stare facendo il bis di quella volta in cui mi piaceva un tipo in laboratorio e poi è arrivata un’altra tirocinante, ci ha flirtato per bene e se l’è acchiappato. Questa volta la storia si ripete con la stessa precisione, cambiando soltanto il fine. Per forza che poi mi danno fastidio le persone, come fanno a starmi simpatiche in condizioni del genere? E soprattutto, è l’ennesima conferma di una lezione che avevo imparato per esperienza indiretta a 18 anni: mai fidarsi delle donne nell’ambiente di lavoro. E nemmeno scegliere la chimica teorica come occupazione è riuscita a risparmiarmi dall’incontrarne qualcuna.

Insomma, altro che relax. Tra ansia da una parte e nervoso dall’altra, non sono mai arrivata così stanca agli albori del fine settimana. Tant’è che me ne vado a dormire, non senza aver prima avviato una lavatrice, con la speranza di non sognare nulla di ciò che mi sta attraversando la testa adesso… O sarebbe una notte di incubi.

Sulle istruzioni d’uso del 25esimo anno di vita non erano preannunciati tanti disastri…

Me falta un trozo de dienteultima modifica: 2022-03-06T00:44:44+01:00da jessytherebel
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