Si è spenta la luce

È proprio gratificante rendermi conto che è passato un mese dall’ultimo pezzo e i miei sentimenti nei confronti di chi dovrebbe starmi simpatico non sono spariti nemmeno un po’. Ovviamente sono ironica, è uno schifo.

Ho passato una Pasquetta del cavolo. Non mi immaginavo fuochi d’artificio, ma nemmeno un tale livello di delusione e ora sono qui a farci i conti.
Scarso appetito, scarsa voglia di sorridere, stanchezza, ma per niente voglia di dormire. Mi sono fatta una camomilla e penso che questo, più di ogni altra cosa, esprima in maniera esauriente il mio livello di disagio.

Sono a casa da una settimana e ci resterò fino a domenica. Tornata per riposarmi, mi sembra di andare esattamente in direzione contraria al mio proposito. In più, il drastico cambio di stagione che ho subito passando dal clima invernale della Danimarca a quello praticamente estivo del nord Italia, mi ha causato un simpatico calo di pressione in concomitanza con il pranzo pasquale. E se da una parte c’eravamo io e la mia anemia contro costine e salsicciotti alla griglia, dall’altra il formicolio alle mani e i giramenti di testa erano tali da rendere la coordinazione forchetta-bocca più complicata del previsto.

A questo punto vi domanderete: ma che ci facevi in Danimarca? Conferenza! Un’entusiasmante viaggio di sei giorni in cui ho visto quasi più assistenti di volo che scienziati, visto che ho preso ben sei aerei tra andata e ritorno (sorte toccata anche alla mia collega e al mio prof).

Resoconto buffo del viaggio: ho masticato quattro Travelgum, cercato disperatamente un piatto di pasta, preso tanto, ma tanto vento. Ho passato il mercoledì più critico della mia storia lavorativa, fatto il discorso più figo della mia vita, tenuto testa ai prof, a gente nuova, a cibo nuovo, alla terribile sveglia della mia collega. Il mio prof ha creduto che flirtassi con un dottorando, io sono diventata fucsia e non gli ho più rivolto la parola. Avevo paura degli aerei e adesso sbuffo perchè ci mettono tempo a partire. Quasi quasi il messaggio di benvenuto con le istruzioni su uscite di emergenza, maschere dell’ossigeno e giubbotti di salvataggio potrei farlo io, mi manca solo un completo adatto all’occasione. Se qualcuno ne ha da prestarmene….

A proposito di assistenti di volo, mi sono infilata in un bel casino. Mai cominciare a scrivere a qualcuno che fa questo lavoro se non si ha la pazienza di aspettare a lungo anche solo per un messaggio. E se io di solito mi chiamo in causa quando si tratta di avere una discreta dose di pazienza col prossimo, questa volta proprio mi escludo a priori. Come si fa a stare calmi sapendo che questa persona si trova a pochissimi kilometri di distanza e però non si fa sentire per un giorno intero? Sapere che si percorrono le stesse strade, si guarda lo stesso cielo, solo a qualche ora di distanza o forse anche meno… Ed ecco spiegato il motivo della mia Pasquetta mediocre, passata nell’attesa di un messaggio che non arrivava mai… e ancora non arriva. Comincio a domandarmi se mai ci vedremo davvero, un giorno…

Accade sempre così, quando mi interessa qualcuno o qualcosa, mi trovo sempre a rincorrerlo… E so bene quali sono le conseguenze, visto che ancora mi porto dietro una bella unghia nera risalente al 17 dicembre, che minaccia ogni giorno di più di spappolarsi male. Forse tra un mese sarà sparita, ma i ricordi… Quelli non spariranno mai.

Potenzialmente potrei avere una vita perfetta in questo momento. E invece non riesco proprio a farmela piacere. L’abitudine ha riempito le mie frasi di menzogne, e per qualche strana magia ancora splendo agli occhi degli altri, mentre dentro di me sono spenta. Un giorno ritroverò la mia luce… Quando, ancora, non lo so.

Si è spenta la luceultima modifica: 2022-04-18T23:46:01+02:00da jessytherebel
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