La vergogna

Pazzesco, giorni e giorni che mi prometto di scrivere un pezzo e devo ancora farlo oggi. Certo se mia madre non mi stesse sempre col fiato sul collo perchè  secondo lei passo troppo tempo al computer potrei forse far tutto quello che ho in mente, anzichè essere costretta a troncare sul più bello i miei piani. Ma non è tutto, anche mio padre sa rompere quanto basta. Mi sembra di essere tornata a quando avevo 14 anni, non sopportavo quasi più i miei.

Voi non potete di certo sapere che sto scrivendo questo articolo mentre i miei capelli sono freschi freschi di lavaggio, ho giusto avuto il tempo di arrotolarli in un asciugamano perchè asciugassero da sè (avendoli ricci meno phon vedono e più sono contenti). Qualche minuto fa mi suonano il campanello. Ora, io avevo i capelli con lo shampoo sopra, le mani bagnate ed ero pure senza maglia, quindi non ho fatto una piega. Mi risuonano il campanello con più violenza di prima e continuo a sbattermene, tanto non posso fiondarmi alla porta come se niente fosse. Dopo un minuto arriva in casa mio padre urlando il mio nome: gli rispondo che non mi potevo muovere per via dei capelli. Mi informa che esce, che sono da sola a casa e mi chiede se chiudere la porta di casa. Ma porco giuda, sono in casa, non me ne vado, cazzo vuoi chiudere la porta? Anche se arrivasse qualcuno a cercarlo non cambierebbe di una virgola la situazione, anzi ci metterei solo più tempo ad andare a vedere chi lo cerca. Questa è la logica di mio padre. Risultato: esce e sbotta, probabilmente bestemmiando mentre scendeva le scale. E non gli ho nemmeno detto tutto ciò che ho scritto!

Mentre scrivevo mi ha già anche telefonato mia madre (fuori casa pure lei) per dirmi di tirare fuori le bistecche dal frigorifero… “Ti stavi lavando i capelli?” Sì certo, e nel mentre t’ho risposto. Insomma tutto pur di non dirle che sto scrivendo a computer.

Sto impazzendo. Avrei davvero bisogno di prendermi una vacanza da casa mia e dai miei genitori, perché quella da scuola e compagni di classe non basta più. Voglio scappare, un giorno o due, farmi un giretto per Milano (perché a Torino potrei incontrare gente che conosco), dormire una notte fuori, sognare ad occhi e tornare indietro. Giusto per farmi sentire. Giusto per farmi valere.

La vergognaultima modifica: 2014-08-05T11:53:37+02:00da jessytherebel
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