Psicoanalisi sentimentale

Tutto ciò sta succedendo solo perché gli influssi di Italo Svevo e Sigmund Freud stanno avendo delle notevoli conseguenze sulla mia psiche, ma forse è un bene.

Stavo messaggiando con la mia migliore amica quando siamo finite nel bel mezzo di una speculazione interiore e ho sentito il desiderio ardente di mettermi a scrivere cosa penso, o peggio come mi comporto, quando ho a che fare con dei sentimenti, tra tutti maggiormente l’amore.

Forse vi sarà capitato di leggere qualche frase poco carina sul mio ormai stagionato ex ragazzo, visto che ormai son due anni e un pezzo che vivo senza la sua presenza nell’aria. Da quel famoso 21 luglio 2012 in cui senza un minimo di riguardo gli ho detto chiaro e tondo “Tra noi è finita” sono stata “a secco”, come sono solita definirmi, insomma single. Ci tengo a precisare che l’espressione “senza un minimo di riguardo” è stata usata solo per creare enfasi, e che di riguardo nei confronti di quella povera anima ne ho avuto parecchio, ben consapevole di quanto avrebbe sofferto, mentre io me la sarei cavata tranquillamente.

Ora che vi ho fatto partecipi di questo primitivo istinto alla sopravvivenza solitaria, il quale ho avuto modo di perfezionare negli anni grazie a dei simpatici stronzi che mi trattavano come una diversa, sono pronta a raccontare dettagliatamente il mio rapporto odierno con i sentimenti (leggete pure “con la specie maschile”).

Da qualche mese mi sono resa conto della distanza che frappongo tra me e qualsiasi ragazzo in grado di attirare la mia attenzione, specie se scatta l’interesse verso costui. Quando adocchio qualcuno di interessante, se in un primo momento ne sono attratta, successivamente mi lancio alla ricerca di un elenco infinito di difetti che il tipo in questione si porta appresso e non perché io voglia denigrarlo, ma per allontanarlo il più possibile da me.

Cerco insomma di evitare di finire preda delle passioni, comportamento giudicato negativo da innumerevoli filosofi (che non citerò perché saprei già di sbagliarmi), ma del tutto positivo per una diciassettenne.
Mi allontano per non spendere mesi a correre dietro a persone che non mi degneranno di uno sguardo o mi faranno stare male, senza averne la certezza effettiva, cioè per precauzione.

Mi rendo conto di quanto ciò sia sbagliato e sono consapevole che scriverne è il primo modo per uscire da questo circolo vizioso. Ma non è finita qua.

Se pensate che tutto ciò accada solo per le persone che gravitano attorno a me, siete sulla strada sbagliata. Mi capita anche (e sopratutto) con quelli che usiamo definire i nostri idoli o comunque gente famosa/importante da cui siamo attratti non solo fisicamente ma anche moralmente, o dal punto di vista artistico (che poi sempre nel morale cade). L’ultima vittima è stata un membro dei Pentatonix… poverino! E seppur l’impresa fosse ardua per via dell’ammirazione che nutro nei suoi confronti, la mia spietata cattiveria ha trionfato ancora una volta. Lo sconforto regna davanti a me…

La mia amica ha messo insieme delle bellissime parole per definire il mio comportamento, che citerò senza nemmeno averle chiesto il permesso, poco utile in quanto il suo nome non uscirà mai dalla mia tastiera.
“Secondo il dubbio che tu hai è lecito, tu hai mille obiettivi e mille sogni e ora come ora tu non senti il bisogno reale di un ragazzo, ma saresti felice di averne uno, ma dovrebbe essere alla tua altezza, per questo senti disprezzo per tuo ex: perché tu hai paura di trovare altre storie del genere no?
Secondo me hai paura di trovare qualcuno che ti chiuda le ali e quindi hai archiviato la questione ‘ragazzo’ per evitare di incappare in un guardiano che ti chiuderebbe.
Semplicemente le tue paure ti stanno chiudendo… Secondo me dovresti lasciarti andare un pochino…”

Ha ragione. E’ tutto vero. Tra l’altro il mio ex ha un’altra, e non vi ho detto che ha tre anni più di me. Siamo diversi. Io sono una curiosa che è assetata di scoprire il mondo, che non sta mai ferma e si mette in gioco in qualsiasi evenienza. Amo la musica, le emozioni forti, la libertà e la spensieratezza.
Lui è un tipo calmo, che sta bene nel suo piccolo mondo e non trasgredisce alcuna regola, un ragazzo che si lascia dominare, che forse desidera una ragazza determinata. E infatti si trovava bene con me.
All’inizio ero anch’io più tranquilla e chiusa nel mio mondo, ma durante quella relazione si è verificato in me un notevole cambiamento, come se avessi scoperto un mondo nuovo. E non mi sono più accontentata della mia limitata quotidianità, volevo sempre di più, stimoli forti, voglia di fare esperienze. Avevo 15 anni e lui 18. Lui non avrebbe più subito un cambiamento paragonabile al mio, è indiscutibile.
E così mi sono trovata a piedi di colpo, come se fosse finito il carburante all’improvviso. E il carburante era lui.

Starò bene con qualcuno che viaggi sulla mia stessa lunghezza d’onda, con qualcuno che come me sappia cavarsela da solo all’occorrenza e sappia decidere da sé, qualcuno con cui confrontarsi e magari anche litigare, perché forse nemmeno due gemelli la pensano uguale in tutto e per tutto.
Qualcuno che affacciandosi alla finestra sappia immaginare le mille opportunità al di là delle montagne e non stia buono buono a guardare sempre le stesse cime.

Psicoanalisi sentimentaleultima modifica: 2014-09-22T19:53:25+02:00da jessytherebel
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