Al Salone dello Studente

Cercate un posto in cui morire asfissiati o perdervi tra la gente e non l’avete ancora trovato?
Sono contenta di dirvi che vi è andata male anche stavolta, perché ormai l’iniziativa sta volgendo al termine.

Organizzato a Torino da un probabile abitante di montagna, il quale non sa che in città c’è tanta gente, l’evento riguardava i ragazzi di quarta e quinta superiore, di tutto il Piemonte e tutti rigorosamente stipati nel Pala Ruffini di Torino, ovvero in una scatoletta di tonno.
Ora, ammettiamo pure che tra tutta la popolazione piemontese i ragazzi coinvolti fossero circa un cinquantesimo del totale, forse anche meno? Divideteli ancora per due, ovvero i giorni dell’evento – 1 e 2 ottobre – e otterrete il numero di ragazzi rinchiusi là dentro stamattina, insieme a me. Aggiungete a tutto ciò casini vari dovuti ai mezzi pubblici e otterrete la mia mattinata.
La mia fantastica mattinata. Sto scherzando, ovviamente.

Partita da casa alle 7:40 per avere il tempo di trovare una tabaccheria dove vendessero i biglietti di treno e pullman e successivamente comprarli, mi siedo sulla panchina della stazione aspettando il treno per Torino. Dopo essermi accertata di essere sul binario giusto salgo sul treno e scendo per miracolo alla fermata giusta. Esco dalla stazione, attraverso la strada e salgo sul pullman numero 2. Comincio a contare le sedici fermate che mi separano dal palazzetto, quando alla settima altre quattro liceali scendono già e io non faccio in tempo ad uscire. Scendo alla fermata successiva e faccio a piedi il tratto che mi separava dalla fermata “giusta”, fin quando non arrivo là e scopro di aver sbagliato la direzione in cui prendere quello stesso bus. Avviso i professori del nostro ritardo e con le altre ragazze prendo nuovamente il bus n°2, per rifare il percorso al contrario.

Finalmente, verso le dieci passate, arriviamo al Pala Ruffini e dopo esserci fatte ridere in faccia dai nostri professori tentiamo di entrare. La coda è spaventosa e non arrivano buone notizie dall’interno: infatti, dopo aver sfruttato un’entrata secondaria, arriviamo “dentro la scatola” dove c’è il minimo di aria sufficiente a restare coscienti. Per immaginare la mia situazione pensate alle macchine in coda in autostrada. Intorno a noi studenti, stand, studenti, stand, studenti…. e ancora studenti! Riassunto: tanto casino per prendere quattro depliant e farsi calpestare da mezzo Piemonte.

Ma i problemi non finiscono qua…

A parte l’unico lato positivo – ho incontrato una mia amica di Pinerolo che non vedevo da più di un anno!! *.* – al momento del ritorno scopro che il contrappello era stato anticipato di mezz’ora e di prof e compagni manco più l’ombra. Così se già mi ero sbagliata all’andata, pur essendo in compagnia – ho pensato – figuriamoci adesso che son da sola.

Mi avvio quindi alla famigerata fermata del bus n°2, che arriva proprio quando io mi trovo bloccata al semaforo per attraversare la strada. Per fortuna scatta il verde per i pedoni e io mi lancio sul pullman senza neanche controllare se sia effettivamente il 2, o il 12 o il 21… Passo i primi dieci minuti in ansia cercando di capire se sia il pullman giusto, ci riesco e tiro un sospiro di sollievo… Subito scatta un altro problema: a quale fermata devo scendere? Ormai butto ansia da tutti i pori, ma riesco anche a scoprire la fermata corretta col solo aiuto dell’intelletto (e dei tabelloni) e quando entro in stazione più che un sospiro produco direttamente un vento di sollievo. Sento un po’ di sicurezza alle mie spalle. Controllo ossessivamente il binario del treno – perché “non si sa mai”, qualcuno avrebbe potuto invertirli mentre io ero a farmi schiacciare al Pala Ruffini – e l’orario a cui arriverò a casa, per avvisare mia madre. Estraggo il telefono per mandare un messaggio a mia mamma e mi accorgo che non c’è campo. In effetti la stazione è sotterranea.

Nel giro di sette minuti arriva il treno e penso che se non mi fossi buttata su quel bus non ce l’avrei fatta a prendere quel treno, mi siedo accanto ad un ex liceale con cui spettegolo dei prof.

Alle 13.38 arrvio gloriosamente alla stazione di San Maurizio e nel giro di dieci minuti metto finalmente piede a casa: sono salva!

Adesso sì, sono salva, ma sono anche le 16.38 (coincidenza?), per cui penso che se iniziassi a fare i compiti non sarebbe male.
Un grazie speciale a chi domani non ci interroga di latino <3 un po’ meno a chi ci fa domande di matematica.
Perchè a me piace anche studiare, ma quando voglio io 😛

Alla prossimaaaaaaa!!

jessytherebel

Al Salone dello Studenteultima modifica: 2014-10-02T16:39:55+02:00da jessytherebel
Reposta per primo quest’articolo