La vita in cantiere

Salve a tutti, mi chiamo Je ‘u carpentié, lavoro dentru ‘u cantié, acc’ ‘u stipendiu bassu embé!
C’erano delle sostanze stupefacenti nella pasta asciutta oggi??

Tranquillizzatevi pure, non mi avete perso, non sono sotto l’effetto di droghe, alcol e simili e ho scritto qualcosa di ridicolo tanto per fare. E diamine, vi sfido a trovare un carpentiere donna che se ne sbatte dello stipendio basso e anzi ci ride sopra, ma soprattutto un carpentiere donna di nome Jessica (che il computer mi segna errore… vuole la morte, sarà accontentato).

In secondo luogo ci tengo a precisare che non ho mollato la scuola, seppur venga l’istinto di farlo certi giorni, e pensarlo è quanto basta per ripartire col sorriso , non ho un lavoro pagato – cioé, il lavoro sì, ma pagato no – e soprattutto non so fare il carpentiere.

Di cantieri invece me ne intendo eccome, visto che a grandi linee questo anno scolastico sembra un bel cantiere in cui si sta costruendo il mio futuro. Bell’immagine vero? Già vedo mucchi di sabbia, cemento in arrivo, ferro, armature e operai al lavoro!
Un momento… dove sono tutti gli operai??

Scrutando bene la zona intorno a me non vedo un cane – né un gatto, zero pesci, manco un passerotto – tanto meno persone… Poi abbasso lo sguardo sul mio abbigliamento e dopo aver notato le scarpe infangate mi vedo vestita con una tuta blu e mi accorgo dell’elmetto giallo sulla mia testa, che cade a terra non appena alzo gli occhi al cielo per via dell’enorme quantità di capelli che ho in testa.
Mi state dicendo che l’unico operaio sono io?

Risposta esatta! Ma non hai vinto niente.

Beh saperlo è già qualcosa.
Ora, tra sabbia (libri), cemento (altri libri), ferro (concetti) e armature (spiegazioni), lo spazio per ammucchiare tutto sta venendo a mancare, ci vuole un po’ d’ordine. Se siete perspicaci cos’è lo spazio? Il tempo! Bravi, mi piacete parecchio.

Succede che tra scuola, studio, corso della patente, lavoro in biblioteca e i soliti imprevisti quotidiani che ci mandano a monte tutti i nostri programmi – il master in questo caso va conferito a mio padre, che se viene chiamato per un’emergenza molla quel che ha tra le mani e corre con la cassetta degli attrezzi dallo sfigato di turno – io ho un leggero bisogno che i giorni siano da 26 ore. Il problema non è fare tutto, il problema è il modo in cui lo si fa.

Prendiamo per esempio il mercoledì. La sveglia suona sempre alle 6.40 come da anni e non costituisce alcun genere di problema. Dopo cinque ore di lezione che lasciano il segno – è il giorno più pesante della settimana – viene il momento di fare i compiti e fin qui va ancora tutto bene. Il problema giunge quando alle 17 mi devo trovare in biblioteca per il mio turno settimanale di due ore in cui mi trovo a correre dietro a metà degli impiegati comunali, assessori compresi, bambini, catalogazioni, computer rotti e vari problemi che saltano fuori come i salmoni dai torrenti (o erano le trote?) per chiudere tutto entro le 19 perché nel giro di un’ora devo lavarmi, mangiare e andare in un altro paese per il corso di scuola guida, che finisce alle 21.30 e mi concilia di brutto il sonno. Fortuna che non devo guidare io per tornare a casa perché piuttosto che impegnarmi ancora un quarto d’ora resterei a dormire sul marciapiede. E non stupiamoci se alla mattina straparlo ancora! Perché lo farei comunque.

Se potessi fare tutto con un pelo più di calma sarei anche meno matta io e non arriverei a chiamare il telefono “compagno” perché sto pensando ad una persona… oltre a tante altre cantonate che per fortuna non ricordo.

Insomma il mio cantiere è un filo disordinato, anche se la tempistica è eccellente, un po’ come la mia scrivania, che è il luogo ideale in ogni momento, ma guai avere tutto in ordine. Così come le particelle della materia tendono ad uno stato più disordinato mano a mano che il tempo passa, anche la mia scrivania si adegua. Non è carino che rispetti le leggi fisiche? Secondo mia madre no. Io.. beh, io ci vivo praticamente “sopra”.

Domanda dei curiosi: in cantiere si ascolta musica?

E io vi dico: un freezer funziona senza corrente elettrica? No. Bene, io non funziono senza musica. Inutile dire cosa io stia ascoltando, ma utile lasciare un link. Siccome sono cattiva vi segnalerò un playlist che inizia con delle performance live, così verrete rapiti sin da subito e non potrete più uscire dalla brutta dipendenza che vi ho insinuato nel cervello, che, per chi non lo sapesse ancora, rende euforici ma non ha effetti collaterali.
Drug here: drug store

Mi ci sono voluti venti minuti per mettere questo link, quindi vedete di cliccarci sopra! E accertatevi che la vostra connessione a youtube funzioni, perché la mia è stata resuscitata per vie traverse e con non poco fastidio.

Credo sia giunto il momento di tornare al mio cantiere, sono l’unico operaio e spianare tutto il terreno non è facile, ma sempre convinta di riuscirci comunque.
Arrivederci al prossimo articolo!

jessytherebel

La vita in cantiereultima modifica: 2014-10-03T16:15:54+02:00da jessytherebel
Reposta per primo quest’articolo