Calma ragazzi, non è un articolo religioso (ci mancherebbe ancora!). Piuttosto è un caso che io abbia voluto parodiare il titolo del film “Miracolo sulla 34esima strada” e che il paese in cui abito si chiami San Francesco eccetera eccetera (leggi: estremo tentativo di salvarsi la pelle).
Sono ancora qui tra voi! Ho superato tutto, ho il FOGLIO ROSA e sono anche sopravvissuta al pranzo di Natale!
Scuola tutto bene, solo mi sta un po’ lì chimica: mi piace e non ottengo risultati, non riesco a star dietro alle lezioni e mi annoio a morte quando la prof non spiega… per favore, abbi pietà di chi vuole farla all’università!
Ragazzi, il foglio rosa. SI GUIDA. Io voglio diventare una professionista al volante, è talmente figo avere una macchina tra le mani che voglio per forza guidare bene. E’ più o meno l’atteggiamento che tengo con tutto ciò che faccio… emh. Ho fatto qualche metro in strada il 23, quindi non vedo l’ora di riprovarci di nuovo.
Ma soprattutto, il pranzo di Natale necessita di una descrizione.
Mi sveglio al mattino alle 6.30, diamine, alle 6.30! E sento mia madre farfugliare in cucina. Dormo da cani fin quasi alle 8 quando presa dalla disperazione mi alzo sperando di trovare in miei in piedi e pronti a scartare i regali.
NO…
In casa tutto buio, mia madre è sparita, mio padre dorme come un ghiro. Vado in bagno e decido di ritornare nel letto. Ma non resisto, quindi mi alzo e vado a fare colazione, nel frattempo mio padre si alza dal letto. Arriva anche mia madre e dopo aver trangugiato lo yogurt al caffè, finalmente, andiamo tutti ad aprire i regali.
Ora, io non sono fissata con il mio regalo, piuttosto mi piace vedere la reazione dei miei quando aprono quello che io ho destinato personalmente a loro, dopo fughe rocambolesche da casa per recuperare loro qualcosa di carino.
Bel momento, ma finisce lì. Il resto della mattinata si passa di corsa a fare due cose contemporaneamente finché non ci ritroviamo tutti e tre in macchina diretti a casa di mia nonna.
Siamo in dieci a pranzo, io sono sempre la più giovane ma quest’anno c’è una novità: siamo tutti maggiorenni per la prima volta! Resta il fatto che la seconda persona più giovane ha ben quindici anni più di me.
Il momento più felice arriva quando, dopo il lunghissimo e devastante pranzo che mi provoca inappetenza ancora dopo 24 ore pur non avendo esagerato, mi ritrovo a suonare e cantare davanti a tutti i parenti. Io, la mia chitarra e il pranzo!
La difficoltà. Mai più una roba del genere, mai più. Non avevo fiato, non avevo più la mia bella voce squillante del mattino, insomma non ero molto contenta. Ho riscosso abbastanza successo, anche se le canzoni non erano conosciute dai miei ascoltatori, che né erano ferrati in inglese né tanto meno nel rap. Mio padre alla quarta canzone ha ricominciato a chiacchierare come se io non ci fossi, le uniche entusiaste di sentirmi erano mia nonna e mia cugina. Due persone coinvolte su nove è tanto! Se per esempio prendessimo una fetta di miei compaesani, tutto ciò sarebbe un po’ difficile. Un po’ impossibile.
Ritorno a casa: momento tristezza. Sprofondo nella noia più totale, non ho voglia di far niente, mi sento appesantita e ho sonno. Magnifico no?
La mia cena è composta da una fetta di formaggio e mezza banana.
Dopo cena sto per addormentarmi ma una fanfiction mi salva: inizio a leggerla e mi salvo fino alle 23; vado a dormire col mal di stomaco e resto addormentata al mattino.
Ebbene, ho fatto colazione alle 9 e mezza con il mio solito yogurt, che ci crediate o meno, ora io son qui, in cucina e col portatile sulle gambe, che guardo i miei far pranzo in compagnia della nausea.
Un pranzo così, mai più.
P.S. il titolo è positivo perché fa riferimento al periodo pre-natalizio. Ah, lo spettacolo è andato bene, il pezzo rap alla tastiera ha riscosso successo. E ne sono così contenta. <3
Buone feste. Vi auguro buon anno la prossima volta, perché almeno un altro articolo riesco a scriverlo, in queste vacanze 🙂