L’ultimo round

Il nuovo quadrimestre è arrivato! Nuovo… Nuovo è dir tanto! Se qualcuno mi trova qualcosa di diverso da due giorni fa riceverà con spedizione gratuita una di quelle tante medaglie di Obama, che dovrà pur farsene qualcosa di tutto quell’oro che non può più convertire in dollari. Fortuna che noi in Italia non abbiamo spezzato questo accordo, o qualcuno finirebbe per trovarsi povero da un giorno all’altro. A proposito di questo, ieri sono entrata nell’appartamento di una signora che sembrava fuori dal vero posto in cui era. Mi spiego meglio: approdata all’inizio di Torino con la “mia pandina” e ciò significa che guidavo io, mi sparo otto piani di scale perché ho paura dell’ascensore, che tra l’altro era pure stretto come pochi, otto fottutissimi piani di scale. Ero praticamente morta. Succede dunque che entro in questo appartamento. Il passaggio esterno – interno è circa come passare da un quartiere popolare ad un castello orientale. Incredibile. Sublime, ecco.

Arredi da urlo, cinesi, giapponesi, arabi, buon gusto a palate (compreso quello che manca a me), tanto che se ci vivessi io lì dentro mi spiacerebbe violarlo, un luogo simile. Ma i vetri… I vetri! Quelli delle chiese ci fanno un baffo. Pitture bellissime, unica pecca: non si vedono dalla strada, a meno che non guidiate un elicottero e possiate librarvi dovunque vogliate – e dovunque la legge ve lo consenta. Moquette fin sul balcone. In poche parole, soldi (già, compresi quelli che non ho io…!)

Però il quadrimestre sempre quello è. E oggi è stato il primo giorno. Niente di che insomma, le uniche cose che meriterebbero di essere notate sono al di fuori dell’ambito scolastico e vista l’ora non ci perdo tempo adesso.
Inizio la giornata convinta che sia domenica e ignoro la sveglia. Poi me ne accorgo, e ignoro nuovamente la sveglia. Passare da cinque ore di interrogazione a cinque di spiegazione è uno dei traumi peggiori, specie se si considera una domenica ignorante nel bel mezzo. Guida, parole crociate e arredi costosi. Peggio di così non potevo fare. Specie per le parole crociate alle dieci di sera… E mai più una cartella preparata al buio. che con i quaderni dalle copertine simili stamattina mi sono ritrovata muso a muso col quaderno di storia mentre la prof di fisica iniziava un interessante quanto divertente discorso sull’etere. Che brutta sensazione! Ho tipo incenerito con la vista il quaderno e la rassegnazione ha vinto sulla mia anima, arresasi a scrivere sul libro.

La storia dell’etere è una di quelle che preferisco. Tu allievo, che di solito riemergi mezzo morto dalle equazioni delle onde ti senti improvvisamente un genio in confronto a chi ha potuto pensare che esistesse l’etere, mezzo dalle proprietà magiche, trasparente, invisibile, impalpabile, permeante persino gli spazi tra le nostre cellule e con un leggero problema. Perfettamente rigido.
Avrei voluto vedere le facce di quelli che l’hanno capito per la prima volta per immortalare il più grande “palmface” della storia. Pardon, della fisica!

Tuttavia ognuno commette palate di errori, a partire da me che a cinque anni credevo che la “salata” fosse l’insalata quando stava nell’orto e diventasse “insalata” quando veniva condita per essere mangiata. Avete tutte le ragioni del mondo per prendervi gioco di me, ridermi dietro e quant’altro. Questo sì che è da palmface! Ma conforta sapere che anche le grandi menti possono sbagliare! L’importante è saperci ridere sopra e lasciarsi scorrere le cose addosso. Non è mai tardi per migliorare, anche se di poco.

Insomma tutto procede come sempre, ci prepariamo per un cambiamento e poi tutto continua ad andare come prima!
Come quando io metto in ordine la scrivania per avere un posto confortevole in cui studiare e poi finisco sempre per tornare in cucina.

L’ultimo roundultima modifica: 2015-01-26T20:13:54+01:00da jessytherebel
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