Back to reality

Cielo, oggi è il primo giugno e nel sangue mi sembra di avere acqua frizzante! Svegliarsi e rendersi conto che tra 16 giorni ci sarà il tema non è certo il massimo che uno si aspetta dalla vita, ma è sempre meglio che alzarsi e pensare “Oddio, domani ho il tema!” seguito da una lunga serie di urla che neanche Tarzan ci sta dietro. Effettivamente mi sembra un po’ strano essere già a giugno e nonostante i pomeriggi di maggio siano stati i più lunghi dell’anno la sensazione resta comunque quella che sia passato troppo in fretta.

Questa roba sta assumendo il sapore di un testamento, cambiamo rotta.

Dovete sapere che a parte il frizzantino dovuto all’incombente giorno del giudizio, la mia dose di follia quotidiana ha subito uno slancio verso l’alto per altri motivi.
In poche parole giriamo sempre nello stesso brodo, cos’è che regala gli sbalzi d’umore più drastici, secondo solo alla sindrome premestruale? Eh bravi, visto che sapete tante cose, saprete anche questo, tanto vale chiudere baracche e burattini e lasciarvi leggere nella mia mente. Ma per quanto sappiate non sarà mai abbastanza.

Avreste mai detto che la regina dello slow food questa sera va al McDonald? E che quella più imbranata negli sport stasera va al bowling a fottersi la reputazione anche lontano da casa sua? Non vedo l’ora, ormai è un hobby. Perché poi è bello dire “Toh, nonostante io sia un disastro certe volte, questa persona mi vuole bene lo stesso”. Se non altro si capisce fin da subito quanto la gente tenga a noi. Chi resta al tuo fianco nelle situazioni di merda, poi ci resta per sempre.

E pur non volendo finire su questo tema, è qui che sfoggio ancora una volta la bandiera della ragione per aver… Ok, frase orribile, ricominciamo.

Dicevo, ho fatto la matta per un mese e mezzo. Sono stata più cocciuta di quegli asini che si piantano sulle zampe anteriori e neanche sotto le bastonate si spostano di mezzo centimetro e sono strafelice che tutto ciò sia servito. Sia per me, che per chi c’era dall’altra parte. E così, dopo un accordo di non belligeranza, arriva la pace, che come tutte ha un luogo preciso in cui è stata stipulata, ed è…. Jessy ti prego, cerca di far uscire i tuoi neuroni dalla concezione storica degli avvenimenti, o come direbbe più propriamente qualcuno “esci i neuroni dal libro di storia!”, sì, credo che suonerebbe più o meno così.

Sta di fatto che dopo un po’ di parole carine la mia positività si è risvegliata e passando di fronte allo specchio sono ritornata a pensare che “a modo mio, sono figa anch’io” (slogan inventato sul momento e applicabile a qualsiasi essere umano), ma soprattutto, mentre salivo le scale di casa una mezz’oretta fa, ho prodotto un meraviglioso quesito che sarà oggetto dei miei film mentali nelle prossime sei o sette ore, impegni vari permettendo.

Chi sa quante risate ti faresti se potessi vedermi in mezzo al cortile, con i pugni piantati sui fianchi e le scarpe da lavoro, mentre commento lo stato in cui si trova il tagliaerba che un noto contadino ha portato oggi a mio padre, con la mia voce che in dialetto sembra quella di un’altra persona; o se potessi osservare quanto poco femminile divento ogni volta che mi carico un sacco di mangime a spalle o faccio un lavoro in giardino. Mi piacerebbe vedere la tua faccia mentre ho il trapano in mano, quando prendo le misure dei listelli e, nonostante siano di legno, vado in garage e li taglio con la sega da ferro a mano perché non mi lasciano usare quella elettrica. E poi sarebbe divertente se potessi vedere quando al mercoledì pomeriggio sono sempre in ritardo e corro in casa per racimolare tutte le cose che mi servono per la biblioteca e mi fiondo di corsa in strada, sapendo che non devo camminare così in fretta o mi verrà male alle caviglie in fondo a Via Teppi, e niente, ogni mercoledì lo faccio sempre. Ah, e le risate che mi faccio guardando Paperissima. Ieri sera mi sono aggrappata al braccio di mio padre perché a forza di ridere non respiravo più, eppure continuavo, e tentavo di inalare un po’ d’aria invano! Solo a pensarci rido ancora! Forse sono scema a pensare che tutto ciò che faccio possa sembrare divertente. Eppure io non riesco a non scorgere quant’è buffo cantare alle 7.30 del mattino mentre scendo le scale e vado a scuola, dove magari mi interrogano. Idem quando torno a casa da scuola e prima di pranzo almeno mezza canzone deve uscire dalla mia bocca. E le volte che parlo in inglese col canarino, lui l’avrà capito sin da subito che ero matta, ma forse anche a lui piace così. E gli piacciono anche Just a dream, Telephone e Problem. Domino invece non la può sentire. Non so quali manie di grandezza si celino dietro a questo pezzo, o quale voglia di prendere la vita alla leggera, che a forza di star seri ci si perde tutto il bello. Penso sia colpa della mia pazzia, la stessa che mi fa guardare il liceo con commozione al pensiero che siano gli ultimi giorni mentre nello stesso momento mi dispero perché c’è un mucchio di roba da studiare e accidenti, tra poco quello mi interroga. Sarà pazzia, ma ho imparato ad apprezzarla, e non solo grazie ai mesi con la psicologa, ma anche grazie a te.

Ora che mi sono comprata un pianto e almeno una decina di maledizioni, il mio ultimo pensiero va al destinatario delle parole qui sopra.

Nei mesi scorsi ho imparato a cercare il bello in ogni cosa, così come hai fatto tu con me, e ho scoperto che applicando questa legge a tutto quello che ci accade le giornate non sono più le stesse di prima. Diventa tutto migliore, all’istante. Scegliere ciò che di buono c’è nell’intera vicenda, dargli il giusto valore. Se guardassimo il mondo in chiave negativo saremmo un ammasso di corpi sbandati che non si meriterebbero nulla, nemmeno un briciolo di pietà. Ma grazie a Dio abbiamo la possibilità di andare avanti a testa alta e impegnarci perché ogni cosa sia migliore di come lo è stata prima, e anche se ci sono situazioni in cui quel che possiamo fare è limitato o non ci soddisfa dobbiamo gioirne comunque. Trovare il modo di essere felici per quello che abbiamo, perché se non l’avessimo allora sì che sarebbe un trauma. Siamo ancora qui.

Ora la pianto di scrivere belle parole, che poi mi dicono che non sembro più la stessa. Vado a prendermi questo diploma e prometto di tornare la solita scema spensierata di sempre a luglio, con la testa tra le nuvole e le due fanfiction all’attivo, con la mia amata chitarra, le cuffie e gli impegni in biblioteca. Insomma, un diploma non sarà ciò che mi farà diventare seria. Questo mai e poi mai!

Back to realityultima modifica: 2015-06-01T18:46:12+02:00da jessytherebel
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