L’immaginazione

Oggi durante una telefonata ho rievocato le mie facoltà inventive citando un po’ di storielle scritte da me in questi anni, canzoni, idee pazze e gaffe con qualsiasi creatura di sesso maschile che mi fosse capitata tra i piedi.

A volte le mie idee sembrano una pazzia assurda e pare assurdo che io le abbia pensate davvero, o ci creda così tanto nel dirle, al punto da sembrare matta io stessa. Ma con la testa si va molto lontano… e io ci sono arrivata così…

L’estate. Cielo, l’estate l’ho sempre odiata. Nove mesi a scuola in mezzo alla gente e di colpo mi trovavo muso a muso con tre mesi di completo isolamento. Forse sarà anche dovuto in parte ai mitici amici immaginari che tutti prima o poi sperimentiamo in età infantile, ma quello che ho in testa io va ben oltre. Immaginatevi una bambinetta che si trova in mezzo agli adulti e alla campagna per tre mesi. E poi cresce e si stufa. Deve trovare il modo di sopperire a ciò che non sperimenta. Ed è così che nasce la scrittura. Io che peraltro ero pure lo zimbello della classe (uno degli zimbelli più precisamente) dovevo trovare un modo per essere ciò che non ero e per evadere da quella situazione. E tra scuola e vacanze ho avuto fonti ricchissime. Tutto ciò che non ottenevo era un punto guadagnato per un nuovo personaggio.

Aiyssa, Veronica, Katy, Anna… non sono altro che una possibile versione di me. Quelle storie sono state come momenti della mia vita: ho fatto di tutto e sono stata coraggiosa, spigliata, arrogante, disobbediente come non ho mai potuto esserlo. E questo clima estivo, cielo se mi fa sentire ancora di più così. La ragazza che può tutto, quella “careless”, che se ne sbatte di tutto e di tutti, ma poi in fondo ci ripensa, quella che scappa di nascosto facendo autostop ai caselli autostradali…

Mi sono travestita da tecnico audio e mi sono infiltrata in un albergo fuggendo al mattino dalle scale antincendio, sono stata nelle piazze a Milano a cantare fantastici medley, sono fuggita mentre ero in gita scolastica e mi sono lanciata su un aereo senza averne paura. Ho guidato trattori e riparato staccionate, corso fino alla stazione per perdere comunque il treno, ho avuto una sorella e perso una famiglia, mi sono messa nei guai e mi sono presa rivincite su parenti e coetanei, ho forzato cancelli e fatto finta di essere ubriaca. Ho cantato la libertà in mezzo alle strade col naso rivolto verso l’alto, ho amato chi non ho mai potuto incontrare. Parte dei miei momenti migliori li ho passati lì, l’immedesimazione era tale da sembrare che li avessi vissuti io stessa.

Penso di non poter rendere l’emozione che provo nel dire tutto ciò, è come se mettessi a nudo una parte di me. E’ come urlare al cielo. E’ come essere lanciati a folle velocità in strada e provare quel senso di adrenalina fantastico. E’ la voglia di indipendenza totale. E’ come vivere in un sogno. Una sensazione bellissima, è sentirsi onnipotenti, avere pieno controllo della propria vita. Stupire.

Quanto mi piace stupire, non farei altro in tutta la mia vita, ed in tutti i modi possibili.

Tutto ciò che mi negherete troverò sempre il modo di riprendermelo.

L’immaginazioneultima modifica: 2015-06-08T20:21:47+02:00da jessytherebel
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