Jess, il “super genio”

Se non avete mai visto Bit Bit e Willy il Coyote non capirete il titolo, comunque voglio risparmiarvi la fatica di andare a cercare un cartone per capire un titolo e vi dico subito che è tutto molto ironico, esageratamente ironico… Perché il “super genio” finisce male tutte le volte.

Io credo di avere già un piede nella fossa, ma fingo di essere ancora in piena balia del mio assurdo e imbarazzante piano. Dunque, sappiate che film, telefilm e video musicali possono dare devastanti effetti collaterali, tra cui diventare rincoglioniti come pochi e agire come il personaggio di una serie, appunto.

Capita così che io sia in sala d’attesa dal dottore, per farmi dire che devo mangiare di più o le mie analisi del sangue non miglioreranno mai (e manco fossi deperita io), quando ad un certo punto arriva un ragazzo con il casco della moto in mano. Saluta tutti e chiede chi è l’ultimo, io me ne esco con un imbarazzatissimo quanto inappropriato “salve” perché non sapevo cos’altro dire… *palmface*, lui si siede accanto a me e… Io vado avanti imperterrita a leggere il mio libro. Roba che peggio di così già non poteva iniziare. Non spiccico una singola parola che sia una, tranne il “buongiorno” collettivo quando me ne torno a casa dopo le sagge parole della dottoressa di cui non avevo quasi bisogno (a parte per il momento in cui smentisce le parole del cardiologo antipatico che mi aveva detto di dimagrire, toh!), ma nel frattempo ho macchinato quanto basta un diabolico piano.

Salto in macchina e trovo in borsa un leghetto di quelli blu col fil di ferro che ci sono nelle scatole dei sacchetti di plastica, mia madre ha una penna, in macchina ci sono dei post it. Mentre mamma va in farmacia a comprare delle medicine io mi ingegno e citando “Call me maybe” di Carly Rae Jepsen butto giù due righe di canzone col mio numero di cellulare al fondo, sperando di non scoprire anch’io che il tipo è gay, anche se sarebbe comunque meglio che scoprirlo fidanzato. Infilo il leghetto nel post it, scendo dall’auto nonostante ci sia un signore appostato fuori dall’ufficio della dottoressa, mi avvicino con finta disinvoltura alla moto e lego il biglietto a quello che presumo sia il freno. Ma tuttora non credo che lo sia, io mi sono solo impegnata a cercare velocemente una manopola abbastanza piccola dove legare il tutto perché avrò avuto sì e no 10 centimetri di fil di ferro.

Mi sento un fottutissimo genio, lancio urli da idiota fino a prima di pranzo e altre smancerie.

Peccato che non vivo in un film e chi sa che fine ha fatto il mio biglietto. 

Uno cerca di essere alternativo e lasciare un po’ di mistero nelle vite altrui. E questa è la ricompensa.

Sogna Jess, sogna.

Jess, il “super genio”ultima modifica: 2015-08-25T15:45:50+02:00da jessytherebel
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