Parliamo di…

Quella volta in cui a mezzanotte passata ho mentito spudoratamente per salvare in corner una situazione drammatica. E tra l’altro era abbastanza palese che stessi mentendo, in addizione al fatto che non mi do vinta così in fretta. Adesso devo capire come sia possibile abitare nella stessa via e non incrociarsi mai per strada, manco ci fosse una voragine in mezzo (caso in cui avrei già pianto dalla disperazione).

Di motivi per piangere oggi ne ho avuti fin troppo, e il fatto che io non l’abbia ancora fatto mi preoccupa ulteriormente, perché prima o poi finirà che mi scarico in qualche maniera, e non oso pensare né come, né perché.

Ma torniamo al discorso principale: il problema è che io non riesco a darmi per vinta. Prima devo sbattere la testa cinque o sei volte e poi forse comincio a farmi due domande. Ma quanto sono testarda!
Cocciuta, fissata, impuntata! Ed è un bene che io resti così, perché vi giuro che quando inizia a prendermi lo sconforto sono capace di buttare all’aria qualsiasi cosa e di abbandonare il più semplice progetto che ho tra le mani e quindi ma anche no. Motivo per cui stasera ho tenuto nel bagno di casa mia una seduta di auto incoraggiamento con tanto di spazzolino e dentifricio: e non che con i denti puliti mi sia aumentata l’autostima, ma adesso sono di nuovo un filo più convinta a buttarmi su un’impresa che nell’89% delle possibilità mi porterà solo problemi e altre notti insonni con la lacrima facile, ma nell’altro 11% dei casi potrebbe avere un risvolto positivo e dal mio personalissimo punto di vista l’importante è che le possibilità esistano e non importa quante sono, basta che ci siano!

Teorie del genere faranno anche ridere i gatti, ma quella volta che sul tram ho annunciato “Abbiamo il 10% di possibilità di prendere il treno” e al treno ci siamo davvero arrivate io ero ben conscia di quanto fosse impossibile arrivare sana e salva in stazione, eppure… Se non che in quel caso arrivare dipendeva poco da me e tanto dal traffico, mentre stavolta il gioco è quasi tutto nelle mie mani.

Se la mia testa capisse che non devo dire/fare/pensare cazzate a catinelle sarebbe tutto un po’ più semplice, ma anche complicarmi la vita è una mia prerogativa, al che non mi resta che prendermi così come sono e cercare di non fare danni.

Certo che a volte è dura… Non so se vi è mai successo di incontrare una persona che è il prototipo di come vorreste essere voi: alta, simpatica, socievole, capelli in ordine e un sacco di esperienza nel ballo e nel canto, sorridente e disponibile, ama i bambini, devo smetterla con questo elenco…
Poi ci sono io bassina e coi capelli in perenne anarchia, esageratamente espansiva, positiva e altruista ma non un cane che se ne renda conto, diffidente come poche perché le prese per i fondelli pesano, canto per conto mio, ballare nemmeno se ne parla – è già tanto se riesco a correre duecento metri senza restare senza fiato – se sono di luna storta meglio starmi alla larga, se sono incazzata tratto male anche gli oggetti, mi piacerebbe tanto socializzare in tre secondi ma non so mai cosa sarebbe più giusto fare con una persona sconosciuta. Che persino la gente timida ci riesce meglio di me! Datemi un fazzoletto. Così lo strappo in due e mi sento un po’ meglio.

No, ora chiariamoci una volta per tutte: mi becco della pazza perché mi ricordo a che pagina erano le formule trigonometriche e ci può anche stare, però non è che sono un pericolo pubblico, un alieno o qualche sottospecie di mostriciattolo mutante della società. Sono umana anche io, sono stata dotata di loquacità e sesto senso da far paura, ma tutto ciò non funziona quando mi trovo faccia a faccia con uno sconosciuto. Non chiedetemi il perché, ma è così. Se c’è una cosa che sarebbe bene non fare, io la faccio, ma non apposta, io non vorrei!

Insomma qualcuno si prenda la briga di pregare per me, affinché io eviti altre eclatanti figure di merda, e soprattutto che se prendo in mano un libro intitolato “Stacy si prende una cotta” non compaia automaticamente il soggetto che mi fa prendere le parti di Stacy (complesso giro di parole per evidenziare che non è una coincidenza stupida). Queste situazioni fanno male alla mia salute mentale. Come faccio a rimanere lucida eh?

E io che volevo dare un’immagine positiva di me in questo articolo! Insomma, sono una normalissima studentessa di chimica. Fine. Mi piace rendere allegra la gente, ma spesso sono triste io. Ogni tanto ho voglia di stare da sola, ma ci sono momenti in cui preferirei avere qualcuno vicino, anche stesse zitto.
Vorrei solo dimenticare un attimo l’interminabile lista di cose che non vanno bene e fare qualcosa di concreto per migliorare un po’ le vite altrui. E nel mentre, anche la mia.

Parliamo di…ultima modifica: 2015-10-14T22:30:15+02:00da jessytherebel
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