I lunedì universitari

Parlo di quelli fighi in cui uno ha due ore scarse di lezione e il resto della giornata lo passa in giro alla scoperta della città. Ovvero mi è successo ieri per la prima volta dall’inizio e secondo l’orario non mi succedera mai più! Previsioni future a parte, non mi sono persa una singola virgola della giornata, che è stata… “wow!”

Niente levatacce al mattino e trenino delle 9.15 per ritrovarmi all’incirca nel centro di Torino alle 10. Le magie dei trasporti eh.. per arrivare alla mia università ci va mezz’ora in più, logico.
Sul treno la mia fantastica compagna d’avventure mi ha persino portato un regalino per il compleanno, che tesoro! E siccome è uno smalto, ce l’ho già sulle unghiette.

Dopo essere sbarcate in Via Bertola, inizia il viaggio alla ricerca della segreteria studenti, quell’edificio misterioso che mi sembra ovvio piazzare ben lontano dall’università, così gli studenti possono gingillarsi a percorrere le vie torinesi e alimentare il turismo. Dopo esserci sbattute a destra e manca ed aver attraversato Via Garibaldi, Via Roma, Via dell’Accademia Albertina, ed essere capitate in un enorme piazzale con tanto di lavori in corso, un colpo di fortuna ci ha permesso di trovare alla nostra destra le segreteria. Lì, un po’ nascosta da una chiesetta. Non voglio farmi altre domande sul perché di quel luogo, ma vi dirò con quale velocità abbiamo ritirato le Smart Card. Strano ma vero, non c’era quasi nessuno.

Uscite da lì e dall’assurda maratona mattutina, vedendo di fronte ai nostri occhi la punta della Mole Antonelliana – unico punto di Torino facilmente raggiungibile, a parere mio – abbiamo così inaugurato un’altra mega passeggiata durata fino a quando alle 13 non ci siamo sedute “a tavola”, ovvero al tavolino di un bar per pranzare (non vi dico il mio sollievo nel vedere che il menù offriva tagliatelle al ragù).
Ma prima di passare alle delizie del cibo, piccola panoramica dei posti visti: la Mole, la Biblioteca Nazionale, architetture mozzafiato, un giardino con svariate opere d’arte di cui non ho capito il senso, il dipartimento di matematica, Via Po, Piazza Castello, poi volevamo andare in Via Roma ma mi sono persa un passaggio e siamo finite a Porta Nuova. Perché io volevo suonare il pianoforte. E invece c’era un tipo che stava facendo tutto il suo repertorio di pezzi classici, bravissimo, per cui chapeau e io mi levo di torno… Anche perché due canzoncine con un po’ d’accompagnamento a confronto fanno ridere una volta *lacrime*. Ed è per questo che abbiamo deciso di controllare se la linea metropolitana funzionava bene e siamo arrivate fino a Nizza, ci siamo fatte un pezzo di Corso Raffaello e siamo arrivate al tanto desiderato pranzo. Yeee!

Ma il bello viene adesso. Finito il piatto di pasta mi passa per la testa di accendere internet sul cellulare, senza un motivo ben preciso, e così mi trovo la sorpresa: il mio migliore amico che si accorge di avere lezione alla sera e così l’uscita pomeridiana salta. E’ qui che si attiva la mia perfida mente e, dal momento che mi sarei dovuta fermare a Caselle, colgo la palla al balzo per chiedere a qualcun’altro di farci un giro. Qualcuno che subito non poteva e poi ha cambiato idea e mi è persino venuto a recuperare in stazione!

Ci tengo a precisare che le due ore di lezione sono state un po’ una piaga, metà del mio cervello era già per strada verso la metro, e l’altra metà… quella era già persino a Caselle. Risultato: anche se la lezione era di una semplicità disarmante, sembrava di ascoltare arabo. E menomale che c’era chimica!!

Quando poi il prof ha terminato in anticipo me lo sarei quasi abbracciato dalla felicità, ma no, non è lui che devo abbracciare, stupida. Il bello di uscire alle 16 da scuola ed essere dove vuoi già alle 17 è una cosa che si capisce solo dopo averci messo quasi due ore a tornare a casa certe volte. E quando ero alla stazione di Borgaro sprizzavo gioia da tutti i pori. Beh, non che non abbia continuato a farlo per tutte le ore successive XD
Giusto, per chi non conoscesse la tratta – cioè praticamente tutti – dopo Borgaro c’è Caselle centro. Quindi ci sono tipo 3 minuti tra un posto e l’altro. Credo ecco.. non li ho mai cronometrati. Io ho imparato solo di orari di cinque posti:
– Ciriè, perché il treno passa a xx.10 e xx.40
– San Maurizio, perché è dove scendo e salgo io!
– Caselle, perché è semplice, il treno passa alle xx.00 e xx.30 più facile di così non c’è niente.
– Madonna di Campagna. Il posto in cui perdevo sempre il treno per tornare indietro, causa di tutte le mie corse insieme al tram. Una coppia magnifica.
– Stazione Dora. Facile perché è il capolinea e ogni treno che arriva si ferma lì cinque minuti buoni, così anche se sei in ritardo hai sempre una possibilità in più di arrivarci.

E così mi sono sparata un’altra ora e mezza di marcia in quel di Caselle, città in cui conosco le vie di vista ma guai a chiedermi un nome. So dov’è il mercato, la merceria, il panettiere, la farmacia, la biblioteca, il supermercato… Grazie nonna in poche parole!

Però non mi sono fatta mancare la corsa per il treno. Quel magnifico momento in cui mancano due minuti e tu sei fuori, e la stazione la vedi ma nemmeno troppo bene.
“Ti va di fare una corsa?”
“Ma certo!” Allora. Mettiamo i puntini sulle i. Io e correre non siamo fatte l’una per l’altra. Di solito faccio quattro passi e schiatto. Stavolta non mi è dispiaciuto e soprattutto avrei corso ancora. Cosa c’era nella pasta che ho mangiato a pranzo? Perché se mi fa questo effetto la mangio più spesso. Poi vabbè, correre in compagnia è più piacevole che correre dietro ad un tram che sai che non ti aspetterà, o dietro ad un treno che è già passato, o attraversare Corso Massimo col rosso… Lì eravamo su un piazzale, lontani da veicoli impazziti. E dai semafori.

Fu così che me ne saltai sul treno e restai in piedi incollata al finestrino a contemplare il panorama notturno e luminoso e a pensare a quanto è bello il mondo, quando trovi la chiave giusta per apprezzarlo.

I lunedì universitariultima modifica: 2015-11-03T09:20:48+01:00da jessytherebel
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