Beate vacanze!

Ci siamo, sono entrata nelle vacanze natalizie. Il che significa più o meno che vivrò per 18 giorni con un normale stile di vita, tanta roba… Più che altro toccherà approfittarne per studiare, riposarsi, leggere quel libro lungo che iniziare prima sarebbe stato complesso, ricevere un’orda di parenti… ok, non è la lista giusta. Dicevo, studiare e riposarsi. Fine della storia. Possibilmente vedere qualche amico… E soprattutto recuperare il regalo per i miei entro la vigilia. Facile, no? Emh… no.

Comunque il mio problema principale entro i prossimi dieci minuti è far funzionare Adobe Acrobat, che è magicamente scomparso dal mio pc proprio ora che stavo per aprire le diapositive di chimica: segno del destino? In ogni caso è durato poco perché l’ho di nuovo installato e se adesso non mi si apre subito la lezione sugli equilibri chimici mi arrabbio.

Oh, perfetto, riesco a riaprire i pdf. Il secondo problema da risolvere entro le 24 ore è tentare di rientrare nella top 10 degli scalatori di Travian, il gioco – online – più figo che io abbia mai visto, attenti che crea dipendenza perché è troppo bello. Io l’ho iniziato lunedì e direi di essere ad un punto molto buono! Anche perché giocandoci dal 2009 capite bene che qualcosa l’ho imparato… Ammetto che battaglie ed eserciti non siano il mio forte, ma in tutto il resto me la cavo bene: ricordo un anno in cui mi misi addirittura a capo di un’alleanza, cosa che non farei mai più perché serve molto più tempo per organizzare tutto e diciamocelo.. io di tempo non è che ne ho da buttar via.

Resta il fatto che comunque io stia in nona posizione e, salvo il calo notturno, durante il giorno io riesca a mantenere altino l’onore. Che poi so benissimo come finirà: appena finisce gennaio mi sa che finisce anche la mia avventura su Travian, resta il fatto che mi sono levata lo sfizio e almeno son contenta. Poter giocare da cellulare mi permette di fare molte cose in più, e specialmente costruire tutti quegli edifici che non ho mai potuto edificare quando giocavo solo e unicamente se accendevo il pc, il che significa una volta al giorno o una ogni due giorni, tutto ciò condito dai commenti di mia madre secondo la quale “Quel gioco lì ti fa male”, ma anche il resto non scherza direi. E insomma mi sono fissata di provare a vincere quella benedetta medaglia di nono o decimo posto che riuscirò a prendermi – spero – così avrò fatto per la prima volta anche quello e stop. Anche perché l’unico momento in cui puoi primeggiare nella classifica scalatori è l’inizio del gioco, diciamocelo, dopo non si cresce più così rapidamente – sempre che non si ricevano aiuti dall’esterno – e si punta piuttosto su attacchi e raid delle risorse altrui. Motivo per cui ho farcito il mio villaggio con diversa fauna, depositi e mura sperando così che le difese aumentino abbondantemente e non appena finisce la protezione giocatori io non venga assalita da un ammasso d’armi di distruzione, che non potrei mai e poi mai fronteggiare.

Ma veniamo al dunque: finita la settimana (e qui sarebbe opportuno dire che nel gioco finisce alle 14 di domani pomeriggio, perché ho avuto la magnifica idea di iscrivermi ad un server australiano) potrò davvero dedicarmi a sistemare un po’ di cosette di scuola… ovvero aprire i libri, studiare, ma soprattutto fare esercizi.
E solo a pensarci mi viene un sonno…

Sonno, ci credo. Ieri sera, o farei meglio a dire “stanotte” sono rincasata all’una e tra una cosa e l’altra l’ultima volta che ho buttato gli occhi sull’orologio era l’1.22 ed ero così stanca che non mi sono nemmeno preoccupata di levare la sveglia – che ha suonato alle 6.30 – di levarmi gli orecchini, che ho trovato stranamente attaccati alle mie orecchie, di abbassare la tapparella… così stamattina alle 8.10 mi sono svegliata piena di stupore chiedendomi come fosse possibile avere illuminazione naturale nella stanza, ma soprattutto? Chi sono e dove diamine sono?
mi sembrava di essere tanto riposata ma adesso sono qua che fatico a tenere gli occhi aperti, motivo per cui tenterò di fare una prova dell’esame di inglese. Logico.

Ieri sera, magia delle magie, sono uscita. Immagino una platea di gente in subbuglio per l’affermazione. Già, sono andata fino a Torino (erano solo 7 ore che non ci mettevo più piede) e in compagnia di mia madre, della mia migliore amica e di sua sorella sono andata a provare quanto erano comode le poltrone del Teatro Colosseo.
DOPO VENTI FOTTUTISSIMI MINUTI PASSATI A CERCARE UN PARCHEGGIO
Sicuramente non voglio dire che non ne sia valsa la pena, anzi! Ci mancherebbe ancora che mi azzardassi a pensarlo! Solo che quando sei in macchina, con il navigatore che per la disperazione non si riprogramma neanche più, perché pensa che tu voglia farlo esplodere continuando a saltare in una via e in un’altra ancora, e hai già battuto più volte tu quelle strade in venti minuti che una prostituta in una settimana (e fidatevi che ci sono anche quelle, ma i parcheggi: no!) inizia a muovertisi la palpebra involontariamente, e poi anche l’angolo destro della bocca, finché non arriva la magica botta di culo – perché solo di quello si tratta – a levarti dalla testa l’idea perversa di distruggere la tua auto pur di non dover trovare un posto dove mollarla. Ci siamo salvate.

Così siamo potute entrare a teatro, renderci conto che gli unici quattro posti vuoti in galleria erano i nostri e proprio mentre stavamo per mettere piede sullo scalino… (ditemi voi se a volte non sono buffe certe coincidenze) si abbassano le luci. Alché la prima conclusione che trai è “Adesso cado”. Invece poi per fortuna aguzzi la vista e non inciampi, ti siedi e lo spettacolo inizia subito. Non è meraviglioso? E’ come guardare un film senza la pubblicità, ti riempie il cuore.
Ma chi c’era a teatro?
Signore e signori… PINTUS!

Vi dirò solo che è stato bellissimo. Se siete di Torino e volete andare a vederlo stasera o domani, dovevate svegliarvi prima. Io ho rotto le scatole a #Giuliaodiotuttelescolare per quattro giorni consecutivi, ma ieri sera era su una poltrona a godersi lo spettacolo, e poi tutta gasata in fila con la sorella per la foto e l’autografo. Io? Io sono contenta. Sono contenta che sia andata così perché è questo quello che desideravo: vederla felice, allegra. Poter dire di aver fatto qualcosa di buono per lei, di essere stata una buona amica. Avverare un suo piccolo desiderio, per quello che mi consentono le mie capacità.

E’ così bello rendere felici le persone a cui vogliamo bene

Beate vacanze!ultima modifica: 2015-12-19T15:56:12+01:00da jessytherebel
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