Lettera di fine anno

Lo so, è presto per questo articolo, ma avete visto com’è finita con la lettera di Natale? Chi ha più avuto tempo di scriverla? Così cerco di rimediare in anticipo al prossimo danno, in poche parole, ecco l’ultimo branco di idiozie del 2015.

Caro 2016 che stai per arrivare,
primo anno consacrato unicamente all’università, primo anno che inauguro con treni e pullman a catinelle, e secondo anno da maggiorenne, ci sono quattro cose che vorrei farti notare prima di ficcarmi di nuovo nei guai.

Quando mi vedi triste e sconsolata, un po’ disillusa e poco speranzosa, fammi inciampare malamente cosicché io piombi col muso davanti ad un bel libro, possibilmente di Dan Brown o di Licia Troisi. Se fossi proprio disperata, fammi capitare direttamente in mano Inferno, oppure Angeli e Demoni. Oppure Dan Brown in persona, così potrei ricominciare a credere nel genere umano, ma soprattutto farmi instillare tanta utile cultura.

Fai in modo che io non perda la pazienza quando mi manca il materiale in biblioteca, ma soprattutto fammi trovare un lavoro pagato o al minimo fai spuntare dei fondi per acquistare libri nuovi, che io a forza di vederli e non comprarli vado in astinenza.

Caro 2016, ricordami ogni tanto che studiare è importante, ma il resto lo è di più, che se faccio esercizio fisico non muoio e soprattutto non posso andare avanti a fare la mezza cartuccia per sempre. Ok che anche il cervello è un muscolo, ma non esiste solo lui.

Questo è un po’ complesso, ma se proprio devo provarci con un ragazzo, facciamo almeno che non sia gay? Così forse do l’idea di essere un po’ meno idiota? Anche se in fondo è divertente, penso ci siano poche persone che riescono a fare sempre e comunque la cosa sbagliata al momento sbagliato, e se ne voleste una, non avete che da chiedere…

E poi, potrei avere giornate da 25 ore? Non chiedo molto, giusto un’oretta in più… così posso fare tutto quello che devo, anche se so alla perfezione che quel tempo non mi basterebbe mai. Comunque vada, almeno una cosa spero di riuscire a farla: portare a termine due o tre cosette che ho lasciato in sospeso già da un po’ e invece portarne avanti una che dovrei, per il mio bene.

Già che ci siamo, fai piovere un pochino. Mi mancano seriamente le lavate all’uscita da scuola, inzupparsi l’anima e sentirsi come una fetta biscottata nel cappuccino. E poi scusa, ho imparato a portarmi sempre dietro l’ombrello e per ripicca non devo usarlo mai?
Abbassa un po’ la temperatura, fai un fischio a due perturbazioni, non lo so, inventati qualcosa, mica posso sempre pensarci io!
So che la soluzione alternativa sarebbe dare fuoco a mezzo mondo industrializzato, preservando le aree verdi, e forse ci sarebbe una possibilità di arginare un filo il disastro, ma l’uomo è una bestia stupida, e va in giro a fare il ganzo anche se sa che si sta devastando da solo.
Forse era meglio nascere coniglio e dare retta solo all’istinto, ma almeno potevo star tranquilla che né avrei inquinato il mondo, né mi sarei preoccupata pesantemente di tutte gli errori umani e delle loro conseguenze. Tanto vale che ci abbiano dato un cervello smisurato se poi lo usiamo con i piedi. Che a confronto una formica è l’essere più intelligente che esista, e il bambino che tenta di pestarla è l’emblema della stupidità umana.

Che ti devo dire? A me l’unica cosa che era venuta in mente è che siccome qui gli zingari hanno la fama di rubare macchine e dargli fuoco, si potrebbe assoldarne una banda e fare un po’ di pulizia in città, distribuire un po’ di muscolatura in più a tutti e far sì che per gli spostamenti brevi usino le loro gambine, mettere qualche mezzo in pubblico in più e abbassare un po’ il prezzo dei biglietti, così al posto di usare venti auto salgono tutti su un unico bus, rammentarsi spesso che tutto ciò che abbiamo è un dono… E mi riferisco esclusivamente ai beni materiali, e non a “tutto” in generale.

Forse è bene che io la smetta, se no questo elenco finisce nel tragico e non voglio proprio fare la depressa che non mi sembra il caso. Soprattutto dopo un bel Natale come quello di ieri.

Caro 2016, fai un po’ come ti pare. L’importante è che mi ricordi spesso e volentieri che bisogna lottare a denti stretti per qualsiasi cosa si desideri davvero. Solo così ognuno può fare qualcosa di buono, per sé e per il mondo intero.

Lettera di fine annoultima modifica: 2015-12-26T12:24:22+01:00da jessytherebel
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