Notturno di fine anno

Alla faccia del non scrivo più! E’ sempre così, le cose non vanno mai come previsto, e quindi tanto vale stare qui a spiegare come mi sia partito il neurone oggi pomeriggio.

Programma: fare tutti gli esercizi del sesto capitolo del libro di stechiometria. Grado di difficoltà: fattibile (ma magari per qualcuno sarebbe stato un suicidio). Colpo di scena: messaggi su Whatsapp.

Whatsapp è un bel problema cari miei, perché tutti i miei guai a partire da un anno fa sono cominciati proprio da lì… quindi fate bene attenzione a cosa decidete di fare col telefono alla mano. Apro la chat di un gruppo a cui ho pure levato le notifiche e il fatto di trovarci dei messaggi è dunque un caso, ma tra vari messaggi ci sono anche tre foto.

Badate bene che per sole tre foto ho sbagliato il 50% delle concentrazioni negli esercizi e tutto perché dopo aver visto i già citati precedentemente Mitch e Scott dei Pentatonix farsi le vacanze alle Fiji, il mio cervello si è dimenticato come si calcola la molalità.
E avrò sbagliato sì e no una decina di volte. Già, perché sotto l’effetto di uno sbalzo ormonale improvviso le molalità le ho fatte tutte con la massa della soluzione anziché quella del solvente… Roba che se lo sapessero all’università potrebbero non farmi più dare l’esame… va beh.

Ma ammettiamolo, è stato tutto molto figo. Pervasa dalla voglia insistente di correre all’aeroporto e chiedendomi quanti soldi ci sarebbero mai voluti per “andata, perlustrazione e partenza” ho aperto il libro e preso un foglio nuovo, cominciando a scrivere…
“Calcolare la tensione di vapore a 20,0 °C di….” seguito da un rapido “Cos’è la tensione di vapore?” che solo ad averlo pensato mi sembrava di aver fatto peccato. (Poi mi è subito venuto in mente eh…)
Che volete, ci sono cose che per un chimico sono l’essenziale. Poi ci sono io per cui l’essenziale è mantenere un minimo di dignità davanti ad un esercizio banale, ma non riesco a fare neanche questo… Qualcuno mi salvi per piacere.

E niente, accendo il pc per andare a fare un po’ di ordine su Wattpad (sempre le solite due fanfiction all’attivo e, altro fatto vergognoso, chi se lo ricorda più che avevo scritto…) e mi becco la bellezza di nove notifiche su facebook ma soprattutto un bel video in bacheca.
Ancora Pentatonix. “E basta” direte voi.
No no, basta un corno, mi ero rincitrullita così tanto da iniziare a tenere il muso anche a loro, quando sarebbe bastato un po’ di sale in zucca e un bel calcio in culo a chi se lo meritava per rimettere la situazione in piedi per benino.
Morale della favola: lor signori han fatto la graditissima sorpresa di mettere per ben due volte le immagini di noi italiani casinisti e rumorosi al concerto di aprile <3 e io piango <3

Che non vi venga in mente l’idea che io abbia pianto veramente. No signori. Piangerei se fossi in mezzo alle Fiji, mezza dispersa e mezza disperata, alla ricerca non di Nemo, ma di qualcosa di più sostanzioso da tutti i punti i vista, e piangerei di felicità. Anche se forse – caso mai qualcuno scoprisse le mie intenzioni – potrei ritrovarmi a piangere perché preda della polizia. In ogni caso ho ancora sempre le chiappette comode sulla sedia di camera mia, quindi niente lacrime. Ho pure una fifa spaventosa degli aerei quindi direi che posso ringraziare di non doverne prendere uno, anche se forse… per loro… un’eccezione…

Ahah, tranquilli, non lo scopriremo mai. Dovrei essere totalmente impazzita per fare una cosa del genere e lo sono solo a metà. Una parte di me deve mantenersi sana per quelle cose che vanno fatte nella vita di tutti i giorni tipo capire quello che sto facendo, parlare l’italiano senza sembrare una decerebrata, mettere lo zucchero e non il sale nel caffè, laurearmi, evitare il matrimonio come se fosse la peste e guai ad avere marmocchi piagnucolosi tra le gambe; per il resto ci pensa la parte malata: cantare ad ogni ora del giorno nei luoghi più inappropriati, arrivare al meet and greet dicendo di essere calma e non capirci assolutamente più niente due secondi dopo, farmi iniziare cinquanta storie e finirne una sola, parlare al vento, ai muri, alla gente che non c’è!, darmi dell’idiota, dimenticare una marea di cose – perché lo spazio è limitato, ammettiamolo – farsi gaffe e figure di merda, credere di aver raschiato il fondo,
-“Io faccio palestra”
-“Io faccio schifo”,
fare le maglie al posto di comprarle, comprare 18 libri e fargli acchiappare la polvere sullo scaffale… questo genere di cose ecco.

Mi sento come se non dovessi più smettere di parlare, fermatemi! E siccome questo forse è davvero l’ultimo articolo dell’anno, ecco che esprimerò un pensiero per tutti quelli che nel bene e nel male hanno fatto la storia del mio 2015.
Aspirante scrittore che mi dai dell’insistente, cosa vuoi, c’è chi è cocciuto e non si ferma fin quando non c’è davvero più speranza,
Caro siciliano, che mi hai sempre dato la spinta giusta prima di ogni esame, sappi che a febbraio devo darne quattro, per cui se vuoi farti sentire, mi raccomando, il 31 gennaio alle 22.45,
Al mio buon migliore amico, che sia sempre così bravo nella vita… Perché tra tutte le persone che ho conosciuto lui è quello che più tra tutti ha lottato per ottenere dei risultati e sono davvero contenta che li abbia ottenuti
A chi odia le scolare e da settembre ha deciso di impegnarsi nello studio… continua così, e sappi che i pomeriggi con te sono i migliori, il resto non devo scrivertelo qui,
Alla mia chitarra nuova, perdonami se non ti suono, ma mi hai polverizzato le unghie. E questo è un oltraggio alla mia persona,
Agli spartiti sulla tastiera… Le brutte abitudini non le perde nessuno, al massimo posso far finta di averle perse,
A quell’incredibile musicista fan di Bruce… ma cosa ti scrivo a fare che nemmeno leggi?,
Alla ragazza in assoluto più incredibile che io abbia mai conosciuto, le ali per volare le hai anche tu, e non sei meno di nessun altro,
A quel simpaticone che mi ha fatto lo scherzo telefonico… se ti trovo te la macino la macchina, stai pure all’erta,
A tutta la gente che sono contenta di rivedere, sì, ma al massimo una volta ogni due mesi,
A un Natale in cui finalmente un pezzo della mia vita è tornata al suo posto, ed è come se avessi una forza in più,
Al mio piccolo canarino, che le cantate migliori ce le facevamo noi, a basso volume, seduti per terra in un pomeriggio, baciati da un raggio di sole,
A quell’uomo che ormai ci sorveglia da lontano, che il solo pensiero fa ancora male, che spero sappia anche quel che si è perso, il mondo quaggiù non è male, però si vede che manchi.

Notturno di fine annoultima modifica: 2015-12-30T22:19:59+01:00da jessytherebel
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