Direzione: Festa!

Siamo al 31 di ottobre e nella settimana passata è successo più o meno di tutto. Compresa la lezione in un’aula diversa, le corse assurde sui bus, i germi della gente intorno a me, gli eventi principali sono stati tre: io che a momenti svengo all’università, io che faccio la figa a Torino il sabato sera, io che faccio schifo il giorno dopo xD

Partiamo da giovedì. Quella che solo al pomeriggio scopro essere cervicale, al mattino sfoga tutta la sua potenza sulla mia testa, che dopo soli venti minuti di lezione inizia a girare e girare e girar… Finchè non capisco che se forse esco dall’aula potrei fare qualcosa di buono per salvare la situazione. 
“Scusa Edo, ti puoi alzare che non sto bene?” 
Potevo anche evitare di dirgli cosa avessi, appena mi alzo parte il giramento di testa peggiore e mi aggrappo ad un banco per non volare dritta al suolo. Respiro, metà di me in preda al panico, e barcollo fino alla porta per poi fiondarmi su una panca appena fuori dall’aula. Oh, ma si fosse fermato qualcuno a chiedermi come stavo? Potevo anche morire lì in corridoio, nell’indifferenza più totale, e tutti avrebbero fatto finta di niente. Probabilmente sarei resuscitata qualche minuto dopo per mandare tutti a quel paese e mettergli le mani addosso. Mi sdraio su quella panca e neanche così la situazione migliora, comincio a pensare di dovermi avvicinare ad un bagno, peccato che sia abbastanza distante da me, e mi convinco a farmi passare la nausea trovando un modo alternativo per fermare i giramenti di testa. 
Probabilmente mi è arrivata una mano dall’alto quel mattino, non lo so. Non avevo motivo di star meglio, per fortuna però è andata così. Mi trascino comunque fino al bagno e poi decido di rientrare e non perdere altri preziosi minuti di lezione, anche se poi quando entro… va beh dai, ho imparato due colonnine della tavola periodica. 

E ho ancora il Seaborgio che mi gira nel cervello, talmente lo hanno ripetuto poche volte i miei vicini di banco… (e non contenti lo hanno nominato anche sabato sera, peggiorando notevolemente la situazione)

Appena venuta a conoscenza dell’accaduto mia madre mi obbliga ad andare dal dottore, così io, pregustando tutte le lamentele sul mio stile di vita che verranno inevitabilmente mosse da mia madre, decido di perdere tempo a Torino. 
“Prendo il pullman con voi”
“Noi prendiamo il 67”
“Si si va bene” 

Dopo qualche minuto…
“Scusate ragazzi, ma dove porta il 67?”
Pullman che ho odiato sin da subito perché una mia amica sosteneva che passasse davanti alla stazione e io in più di un anno non l’avevo mai visto, scopro che in settimana fa un tragitto e nei giorni festivi un altro, e inizio a chiedermi a cosa serva sostituire il 52 col 67 alla domenica se tanto il percorso è lo stesso. A parte queste piccole incomprensioni, salgo su questo utopistico mezzo di trasporto, vista la misera quantità di gente presente al suo interno. Io, abituata a fare la sottiletta su ben tre linee diverse, proprio non riuscivo a concepire tutto quello spazio libero intorno a me. 

Scendo a Re Umberto per non trovarmi poi nel disperso e continuo il mio tragitto verso la stazione con estrema tranquillità e così tanta voglia di perdere il treno che quando arrivo in stazione lui è ancora lì, un filo in ritardo, che aspetta soltanto me per partire. 
Così finisco dal dottore e lui mi dice: RIPOSATI.

Tra le sue parole e ieri mattina sono passati due giorni di fuoco nonché i motivi del mio crollo fisico, che tanto sapevo sarebbe arrivato. Giusto l’adrenalina lo teneva a cuccia.
Venerdì sto fuori casa tutto il giorno, tornando con la sola voglia di dormire. Cosa che faccio, per carità, fino a restare addormentata e svegliarmi solo dieci minuti prima che arrivi il mio amico per ripetizioni. E costringendomi a trangugiare uno yogurt in circa 4 minuti – coi biscotti e mentre tentavo di contattare questo mio amico.

Non appena finiamo mi lancio a lavarmi i capelli, pronta a lottare contro dei ricci infami che non vorranno stare in posa, e solo allora realizzo l’evento imminente…

LA MIA FESTA DI COMPLEANNO

Il panico. O meglio, se panico non fosse non starei parlando di me. Mi lancio a fare la spesa, organizzo vestiti, borsa, doccia, trucco, unghie, anche qualche minuto per prendere controllo della mia anima, rassicuro l’amico vegetariano che teme di non trovare nulla da mangiare, ripeto a tutti gli orari a cui dobbiamo incontrarci e sui due delle valli ce ne fosse uno che capisce la cosa giusta (è il karma, è di sicuro il karma), litigo coi capelli, rovescio lo smalto, dimentico il telefono a casa e vado a riprenderlo e per fortuna, dopo un’altra ora e mezza, eccomi in Piazza Vittorio.
Dio che bello. Il solo pensiero mi fa fare sorrisi enormi e salti di gioia. Mai tanta figaggine in vita mia, e vi spiego anche perché.

Primo: io ero finalmente figa. Dopo vent’anni di figure di merda, vestiti messi a caso e totale incapacità a truccarmi, qualcosa di buono è scattato nel mio cervello e per una notte ho fatto finalmente bella figura. (Pagando tutto ciò il giorno dopo, ovviamente)
Secondo: la città. Dite quello che volete, ma Torino è una città fantastica e anche se odio lo smog e il traffico e il casino, passarci una sera è stra-figo.
Terzo: la cosa più importante, la compagnia. Potessi abbraccerei tutti quanti per dei minuti interi, e passerei il resto della vita a fargli sorprese per vederli sempre felici quanto lo ero io sabato sera. E non è detto che io non ci provi comunque XD

Al di là di questo, il pezzo forte della storia deve ancora venire. Quello in cui do il meglio di me perché scrivo idiozie e io senza scrivere idiozie non campo. Apprezzo tanto che il blog manco mi stia facendo il conteggio delle parole, tanto per capire se sto esagerando o meno, in ogni caso il peggio sta per arrivare… nel prossimo articolo!

Direzione: Festa!ultima modifica: 2016-10-31T12:55:14+01:00da jessytherebel
Reposta per primo quest’articolo