Queen of the night

Per ridursi in uno stato indecente servono impegno e costanza, ma soprattutto bisogna avere la fortuna dalla propria parte, un karma offeso, e anche un sistema immunitario pieno di lacune.
Avvertenza: stili di vita scorretti potrebbero non essere sufficienti per ottenere i risultati sperati.

Non so nemmeno io come si possa passare dalle stelle alle stalle, da queen of the night a immagine della sfattezza, da persona socialmente accettabile a paladina del devasto in meno di ventiquattro ore, so solo che è stato possibile. E già è molto se sono qui a documentare il tutto.

Il passo dalla jessytherebel slaying the streets of Turin – perdonate l’inglese, ma l’espressione rende benissimo l’idea – alla jessytherebel malanno ambulante è più corto del previsto. Se sabato sera sembrava che tutto girasse alla perfezione, ieri mattina il peso dei vent’anni si è scaricato con prepotenza sulla sottoscritta.

Dopo cinque beatissime ore di sonno in cui probabilmente i miei neuroni stavano ancora facendo festaccia grossa, parte di me pensava a tutto tranne che al divertimento: quelle povere e stanche cellule del sistema immunitario che erano appena uscite dalla trincea di una serata torinese, passato l’effetto ristoratore dell’adrenalina, con la quale avevano combattuto duramente fianco a fianco, giacevano sfinite a terra, con gli occhi rivolti all’assedio che stava per avvenire…

Il calo della tensione. Se anche voi vi siete mai chiesti come avete fatto a superare egregiamente situazioni difficili, ringraziate l’ansia e le cose correlate che vi circolavano in corpo, perché con la sola tranquillità sareste probabilmente rimasti a grattarvi il naso tutto il tempo. Gli eventi più eccitanti, pericolosi, complicati, sviluppano in noi qualcosa di sacrosanto che ce ne fa spuntare un sacco! Ma non appena arriva il relax…

Reduce da giorni in cui già era stato difficile campare – per ulteriori dettagli si veda l’articolo precedente – il mio corpo stanco e stufo di implorare pietà a vuoto ha escogitato il colpo da maestro: attacco su più fronti contemporaneamente.

Così, quello che mi era parso un semplice naso tappato si è trasformato in un mal di pancia e qualche minuto dopo in mal di stomaco. Al che non ho potuto fare a meno di alzarmi dal letto, alle 7.00 del mattino. Perché nel mentre avevano anche cambiato l’ora.

Ottimo inizio per il mio compleanno – mi dico – e mi infilo in cucina trovandoci mio padre, con cui inizio a chiacchierare, mangiucchiando un biscotto. Torno nel letto, tanto per fare qualcosa, ma poi mi rialzo, tanto chi cavolo ha più voglia di dormire? Ancora presa dall’entusiasmo della sera prima indosso le ciabatte senza curarmi di come io stia mettendo i piedi, e al primo passo falso inciampo in un sonoro “Auh!”
“Devo avere qualcosa sotto ai piedi” pare logico, mi dico, e non appena mi oso a sbirciare… due vesciche che non promettono nulla di buono, una per piede!

Va beh, mi consolo, ieri sera ho camminato tanto coi tacchi, come non avevo mai fatto. Poi ripartono i flashback e si salvi chi può. Nel mentre mia madre mette le candeline sul plumcake sfornato a mezzanotte e dieci, arrivo in cucina anche io, spengo, esprimo lo stesso desiderio della sera prima e mi mangio una fetta di dolce. Che si fotta lo stomaco.

Sono un po’ raffreddata, è vero, ma continuo a sbattermene perché l’allegria che regna in me è più forte del devasto e scendo in cortile abbracciando cani, conigli, galline… Probabilmente sembrando più malata mentalmente che altro.
Obiettivo del giorno: stare con mamma il più possibile, visto che mio padre ha saggiamente deciso di andare a lavorare tutto il santo giorno… Ma ormai ci sono abituata quindi non mi lamento più.
Pranzo perché è pieno di cose buone che adoro, ma fosse per me dormirei.
Infatti poco dopo le due e mezza inizio ad assumere l’espressione di un gadano, e nell’arco di qualche secondo, dopo aver appoggiato la testa su un cuscino, paf! Mi addormento. Un’ora dopo mia madre mi chiama, ma chi se lo ricorda più! Io imperterrita continuo a dormire e sudare come un cammello sotto la coperta, fino a che non mi suona il telefono (ha i toni alti? perché è vicino a me?) e io rispondo con la voce di un trans.

La mia amica si preoccupa, io le spiego che stavo dormendo come un ghiro da troppo tempo, e si concorda un’uscita per la sera… Il quadro si dipinge di assurdo.
Tempo due minuti e arriva in casa mia madre, tutta ben presa e intraprendente, che mi pone una domanda alla quale rispondo con lo sconcerto sul volto: “Partiamo?”
Totalmente persa nei meandri della pennichella le offro i miei migliori occhi spersi, per poi sentirmi dire che dobbiamo andare da nonna.
“Ah già, vero” e mi alzo, stordita come poche.
Salgo in macchina confusa, e fin quando parlo va tutto bene, ma appena me ne sto zitta – perché a far conversazione sono mamma e nonna – ripartono le mie assurde pippe mentali con tanto di sceneggiatura e copione prodotti in seduta stante, e io che continuo a sorridere come un ebete, e per fortuna nessuno si accorge di nulla.

Al ritorno guido persino io, presa da un impeto di lucidità, ma poco dopo, non appena cala la sera, la trasformazione che avevo frenato durante tutta la giornata prende il comando dopo l’ultimo attacco vincente, e puntuale per l’ora dell’uscita, arrivano a braccetto naso chiusissimo, mal di testa, e totalmente a caso una caviglia dolorante, grazie alle quali mia madre mi prende anche in giro .
“Stanca, raffreddata, e pure zoppa!”

Io mi infilo gli stivali a testa alta ed esco nella nebbia umida, pronta ad inalare aria fredda e pungente.
Sono sopravvissuta ben due ore. Un grazie speciale ai miei due amici che mi hanno tirato fuori di casa per la seconda sera consecutiva.

Io però oggi sono veramente un rottame XD

_ più che aver compiuto vent’anni, mi sembra di averne fatti settanta _

 

Post Scriptum_
Prometto di rimettermi in breve tempo. Sapevo che sarebbe successo, ho solo combattuto per posticipare il quando 😉

Queen of the nightultima modifica: 2016-10-31T15:36:51+01:00da jessytherebel
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