Sono un danno

Ah, per me di sicuro! E ben venga il plurilinguismo così non si capisce tutto e subito.

Per una volta nella mia vita – o forse ancora per poco, speriamo di no – il danno non sono io. Io l’ho solo subito. E anche se faccio di tutto per sembrare normale e persin più in forma del previsto, cielo!, il mio cervello impazzito me lo devo gestire io, completamente da sola.

Qualche ora fa, quando ero ancora abbastanza sveglia da studiare e capire le cose, mi ha persino sfiorato il pensiero che mi piaccia chimica analitica. Ma sì, dopotutto sono carini quei grafici.
Cioè, capite? Mentre a lezione pare di fare la guerra contro se stessi pur di non perdersi dei pezzi per strada, io arrivo ad affermare che è carina. Se questo è il mio concetto di carino, allora sono caduta un po’ in basso.

Questa mattina, nell’arco di mezz’ora, ho ricevuto ben due complimenti: uno che riguardava la mia tenacia nei confronti della spiegazione, e l’altro… anche.
Un “menomale che ci sei tu” che io avrei preferito avesse un senso un po’ più profondo del mero “che capisci cosa dice il prof”.
Che poi ragazzi, se vi riducete a fare affidamento su di me che prendo appunti in base all’umore che ho… poveri voi! (E povera la mia amica Alessandra a cui chiedo tutte le cose che non so)

Ammettiamolo, l’idea incriminata l’ho avuta io: potevo benissimo continuare a beneficiare dei miei sporadici pomeriggi casalinghi in cui posso spiaggiarmi sul divano e aprire le dispense di una materia qualsiasi, e invece ho deciso di giocarmi al lotto la tranquillità chiedendo di studiare insieme ad un altro mio amico. Con l’enorme speranza di non instaurare un rapporto in cui lui si approfitta di me, che per le mie manie tendo a voler sapere tutto e il perché di tutto. Insomma una specie di archivio chimico in continuo aggiornamento, che spera di ispirare fiducia non per l’esito degli esami passati, ma per il suo carattere… Devo sperarci?

Probabilmente se non fossi questa gran cervellona scema eviterei la metà delle paranoie e dei malintesi che scateno continuamente, ma se non avessi questa carta da giocare e continuassi ad avere lo stesso carattere, avrei già dichiarato game over tempo fa. Il mio pezzo forte, il mio asso nella manica è questo: lo studio. Se devo puntare su qualcosa, punto lì, perché ormai ho capito che dedicare le canzoni non serve a niente e le persone o non le capiscono o le fraintendono. Oppure non mi cagano di striscio, ma questa è una che appartiene al passato.

Quindi oggi ho capito che se ho un problema, quasi sicuramente deriva dal modo in cui lavora la mia testa, e lo sforzo da fare per superarlo è provare a ragionare con obiettività.

Fino a quando non arriva qualcuno dall’esterno e fa lui la parte del danno.

Sono un dannoultima modifica: 2016-11-09T19:22:20+01:00da jessytherebel
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