La proposta indecente

La sessione è arrivata. E mi ha colpito più duramente del previsto.

Lunedì ho perso completamente l’orientazione temporale, dopo soli tre giorni chiusa in camera a fare esercizi di analitica, e oggi… beh oggi in preda alla più crudele mancanza d’aria esterna ho tirato fuori me stessa e la bicicletta lercissima che avevo nel sottoscala e mi sono messa a pedalare come una disgraziata per le strade del paese. E ora al posto di studiare sto anche scrivendo questo articolo.
D’altra parte se non voglio rischiare di perdere la sanità mentale devo pur fare qualcosa che non sia ripetere formule e reazioni a manetta, in più devo tenermi in salute o chi diamine si prende cura dei miei amici? Quindi eccomi qui a narrare le gioie del febbraio incipiente, condite da un caldo sole che ormai è andato a lanciarsi sotto le montagne.

Ho detto che faccio qualcosa per prevenire la pazzia, ma mica che ci sto riuscendo bene. Quindi in previsione della bella retorica che dovrò usare agli esami orali (due in venti giorni, la vedete l’ansia?) approfitto di questo blog per sfogare tutte le cadute di stile che mi vengono in mente.

Ammetto che mi mancassero queste giornate, dove te ne stai alla scrivania a sfidare te stesso, e magari riesci anche ad apprezzare quello che stai studiando, senza pensare troppo all’esito dell’esame. Mi mancava uscire di casa ad un’ora in cui di solito sono per forza dentro, farmi una pedalata e gioire guardando semplicemente il cielo. Mi mancava avere nostalgia della biblioteca, perché sì, lo ammetto, mi manca troppo e cerco di non andarci solo per non prendere libri che mi distraggano dallo studio. E poi anche perché sarebbe un tantino triste andare là a constatare per l’ennesima volta che sono cambiate troppe cose e non sembra più di stare a casa come prima. Pace.
Poi è bello fermare la sveglia e restare nel letto, alzandosi quando capita, stare in pigiama fino a mezzogiorno, vestirsi totalmente a caso, avere i capelli perennemente sotto pinza e non dover essere presentabili.
MI diverto così tanto a pensare quanto io abbia mandato a quel paese il make up dall’inizio del mese, che pare di essermi liberata di un peso. Okay, se proprio vogliamo essere precisi mi sono liberata di un peso, ma questa è una storia che comincia con un esame e finisce con me che devo preparare altri esami… sono stata chiarissima.

Comunque parliamone, questa cosa che vado al patibolo di organica da sola non mi piace per niente, e tuttavia mi auguro di non doverci tornare una seconda volta per far compagnia ad altri. Cari amici, vi voglio bene, ma di colloquio direi che ne basta uno.

Così pare proprio che da oggi io stia studiando due materie insieme, analitica al mattino e organica al pomeriggio, e che nel tempo libero (ma dove? ma quando?) io risponda a dubbi e domande degli amici, senza i quali probabilmente neanche mi accorgerei di certe incongruenze che il mio cervello fa finta di non vedere per semplificarmi la vita.
Bravo lui, ma poi come la mettiamo?

E mia madre, vedendomi sempre tappata in camera mia, preoccupata per come io possa ridurmi, stamattina se ne è uscita così.
“Jessi, ti faccio una proposta indecente!”

Frase alla quale la mia reazione è stata più o meno questa
In quel momento mi sono preparata a sentire più o meno di tutto, e invece mi è giunto all’orecchio un “Vuoi venire al mercato con me?” al quale mi sono cadute le braccia per terra.

E siamo solo al quinto giorno. Ho paura di arrivare al primo di marzo.

La proposta indecenteultima modifica: 2017-01-25T18:24:10+01:00da jessytherebel
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