Psicologia spiccia

Stamattina mi sono alzata con due occhiaie spaventose –  e per notarlo significa che erano davvero enormi – e mal di testa.
Quale miglior modo di cominciare la giornata.

Da qualche parte nell’universo qualcuno ha deciso che oggi avrei dovuto pagarla cara per essere andata a fare il primo esame con relativa tranquillità e oltre ad aver perso circa un chilo tra ieri e oggi a botte di mal di pancia, credo di aver lasciato in giro anche un po’ di minuti di vita… sentivo il tonfo del mio cuore in metropolitana e vi assicuro che è una sensazione sgradevole.

Il peggio comunque sta nel constatare che io avevo imparato a gestire l’ansia da esami orali e invece stamattina ho scoperto che è andato tutto in fumo, e mi tocca ricominciare da capo… Non che io sia arrivata a sfiorare l’attacco di panico, ma la sensazione era un po’ quella di voler scappare non so bene dove e non sapere bene cosa fare per star meglio. Insomma un vero e proprio inizio coi fiocchi. Per poi scoprire di dover passare venerdì mattina…

Qui lo giuro e qui lo nego, vorrei obbligare qualcuno dei miei amici ad accompagnarmi. Non mi importa chi, basta che ce ne sia uno, che mi faccia parlare, che io pensi alla sua vita e non alla mia e invece no, ci andrò da sola e farò i conti col mio cervello impazzito per la seconda volta. E voglio essere ottimista e pensare che me la caverò meglio. Auguratemi buona fortuna.

Il problema maggiore comunque è un altro e si chiama: automobile.
Dio solo sa quanto credetti davvero che avrei ricevuto una macchina come regalo per la maturità, e invece venni ingannata per ben due volte dai miei che mi trascinarono in un paio di concessionari persino dopo il prelievo del sangue, ma non vollero mai prendermene una sul serio.
Il momento però è giunto. Dopo un anno e mezzo dalla matura e praticamente due di patente, mio padre ha deciso che è giunta l’ora della macchina. E io sono diventata la creatura più indecisa del pianeta.
Non ho fatto difficoltà a scegliere l’università e vado in crisi per una macchina… capite il disagio? Ormai vivo col dubbio amletico “Ypsilon o 500?” e mentre ancora io me lo chiedo, già sono stata trascinata a vedere quella che nei racconti di mio padre era una bella 500 Sport nera metallizzata e che ai miei occhi è… Una macchina sporca di fango e parecchio graffiata?

Devono essermi caduti degli ipotetici occhi dalle orbite quando l’ho vista. A parte che non è metallizzata nemmeno per scherzo, neanche se chiudo gli occhi e la immagino tutta sistemata. E poi io continuo a pensare a stamattina, alla bella Ypsilon di stamattina, a quanto era bella, profumata, comoda, spaziosa, bella!! Ho i neuroni che corrono a destra e manca senza sapere bene su che sponda fermarsi. Il mio cervello dichiarerà game over tra tre, due, uno…

Per spiegarmi tutto questo ribrezzo improvviso ho messo a punto la mia incredibile quando stupida teoria, recitando la parte della psicologa di me stessa, alias una povera donna costretta a sentire tutte le bizzarre idee sfornate dalla mia mente lucida come un vetro sporco.

Ci sono io tranquilla e spensierata nelle strade soleggiate del mio paese, che cammino con le cuffie nelle orecchie e la musica a basso volume per sentire se ci sono rumori strani intorno, ad un certo punto passa una macchina e io continuo a pensare ai fatti miei. Poi passa una 500 e penso “Mmh che bella”, dopo passa una Ypsilon e io “Beh questa è più carina”. Ovvio che se passa una BMW io lascio due fili di bava per terra, ma quella è una mia debolezza e non è il caso di discuterne. Nel momento in cui i miei mi chiedono che macchina mi piace io le cito entrambe e continuo a far finta di niente, perché lo so che è l’ennesimo tranello che mi tendono. Poi succede che mio padre passa intere serate davanti al computer, cercando macchine a buon prezzo. Un giorno mi porta in un concessionario, dove io salgo su una Ypsilon e mi convinco che non è che si abbia poi tanta visibilità dietro, e se la guardo tanto pare pure un po’ bruttina. Salgo su una 500 e l’impressione che mi fa è neutra, del tipo “Sì boh, è carina”.
Mio padre esclude le Ypsilon dal suo campo di ricerca e arriva al punto in cui trova una macchina che pare deciso a comprare, alias quella che vi ho nominato poco fa, peccato che io ci arrivi davanti e mi crolli un po’ il morale perché non sembra nulla di speciale.

Ecco, io ho questo difetto, che se devo esprimere un parere su qualcosa lo faccio tranquillamente, ma quando si tratta di decidere, di scegliere definitivamente, io vado in crisi e divento la persona più indecisa del mondo.
Mi ricorda troppo quando stavo scegliendo la maglia da mettere al compleanno: provane una, provane un’altra, mi sembravano carine entrambe e dopo due minuti mi facevano schifo tutte e due. E poi alla fine le ho prese, perché non erano male, solo non avevano nulla di che…

E per me tutte le macchine non hanno nulla di che, ecco perché sceglierle diventa quasi impossibile. Sono come i vestiti, che sono tanto belli sull’appendino e sulle altre persone, ma se me ne metto uno io… argh, pagherei per non vedermi allo specchio! Resta ancora un mistero infatti se mi presenterò alla laurea con un vestito come le ragazze normali oppure ci andrò in giacca e pantaloni. Tra l’altro, essere un tappo non aiuta per niente.

Già immagino il giorno in cui mi capiterà di dover scegliere un abito da sposa, sarò l’incubo di un’intera città e mi verrà voglia di disertare il tutto più volte. Capite poi che se vado in ansia per un vestito non è che posso star tranquilla ad un esame orale. O per comprare una macchina. Credo veramente che il mio corpo stia tentando di mandarmi un gigantesco segnale per dirmi di smettere tutto ciò.

Ma io come glielo spiego che la sessione dura ancora tre settimane e finora mi sono tolta il male minore?
Metodo spiccio: a sprangate. Addosso a me.

Psicologia spicciaultima modifica: 2017-02-07T20:21:46+01:00da jessytherebel
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