Voglia di scrivere

Sono le 23.10, ho sonno, la gola che pizzica e la sveglia alle 6.30. Eppure ho voglia di scrivere. Il tempo libero – che sono costretta a trascorrere durante i 50 km di viaggio giornalieri – ha sempre un pregio ed un difetto: ti permette di riflettere, ma te lo fa fare troppo.
Se poi sei un individuo bravo a darci dentro con l’immaginazione e a creare i peggiori scenari della tua vita, allora puoi cominciare a preoccuparti.

Ultimamente mi sto consolando con l’idea di fare la tesi magistrale abbastanza lontano da casa da dovermi prendere un appartamento, che – guarda a caso – disterà poco dal posto in cui lavorerò. Perché credo di essere arrivata al limite della sopportazione.

Nessun essere umano avente a cuore la propria salute sceglierebbe mai come svago un corso di spagnolo, con l’esplicito motivo “così è facile e non devo impegnarmi troppo”. Eccolo il problema. E’ da pazzi.

Vivo sospesa tra mille progetti che non realizzo mai e per certi versi mi sembra di essere tornata indietro di anni, quando andavo d’accordo solo coi maschi, o quando mi partiva l’ansia totalmente a caso, proprio come la costruzione di questa frase. Se mi fermo a pensare, sono cambiate così tante cose… il primo caldo estivo continua a restituirmi la sensazione di disagio e del sentirmi fuori posto che ogni anno puntualmente mi comunica, eppure non sono più io.

Non sono nemmeno più la stessa di qualche mese fa, quando ormai ero abituata a starmene per i fatti miei e non concepivo una relazione. Qualcosa mi sfuggiva nelle dinamiche di coppia, sapevo di non voler essere incasellata e che non avrei mai rinunciato ad alcuna delle mie libertà. Nonostante avessi tutti gli strumenti per farlo, non ero comunque in grado di far funzionare tutto. E poi invece è successo.

L’ho sempre detto, i cambiamenti sono belli, ma sono una fatica assurda. Io poi, costituita al 95% da macchinose speculazioni psicologiche (non ho trovato un sinonimo più adatto causa sonno), vivo ogni virgola fuori posto come un peso sulla coscienza.

Non mangio da tre mesi in mensa? Bene, tornarci sarà una fatica grande come le prime volte in cui sono entrata. Le prime volte in cui mi relaziono con le persone sono sempre un disastro, a ben pensarci.

A novembre un ragazzo in laboratorio cercò di parlarmi per via della tesi. In poche ore conquistai un ambo di figure di merda che lo invogliarono a non rivolgermi più la parola, nemmeno per salutarmi. Mi sarei sotterrata. Destino vuole che sia diventato il ragazzo della collega con cui sto costruendo un sito di chimica e, ancora non mi spiego con quale coraggio, abbia provato di nuovo a parlarmi, suppongo spinto dalla necessità di non fare casini, sempre in tesi. Chi sa che magari oggi io gli sia sembrata una persona seria. E questo succede con tutte le altre persone del pianeta.

Quindi, quando qualcuno decide di darmi retta nonostante queste penose cadute di stile, sembra sempre un miracolo voluto da qualche entità più grande per salvarmi la vita e non spingermi alla saggia decisione di intraprendere una vita da eremita, pur di non imbarazzare più il resto dell’umanità.

Peccato che io creda nella scienza e quindi ciao ciao entità. E poi si è fatto tardi, quindi vado a dormire.

La vostra fidata incapace jessytherebel, anche detta jess (perché son tutti pigri e non mettono la maiuscola)

Voglia di scrivereultima modifica: 2018-05-13T23:29:22+02:00da jessytherebel
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