Un po’ va bene, ma poi basta

Ho scoperto che le difficoltà sono qualcosa da abbracciare e portare con sè. Che i problemi si guardano in faccia e poi si risolvono. Che anche la settimana più assurda termina con un giorno in cui tutti i tuoi sforzi in qualche modo sono ripagati.

“Mi sento come se qualcuno avesse preso la mia vita e ci stesse giocando a dadi.”
Ho scritto sul quaderno ieri mattina.
Proprio come se fossi dentro ad un videogioco e qualcuno da fuori stesse monitorando personaggi ed eventi a colpi di spolliciate sul joystick. L’unica che ha libertà decisionale sono io.

A volte mi sento come se fossi completamente fuori posto, eppure quando alzo gli occhi al cielo e vedo quel panorama di stelle e galassie lucenti lassù non posso fare a meno di dire che sì, è il posto per me, se ce le hanno messe. Un po’ come a ricordarmi che ci sono cose che fan per me su questo pianeta, basta trovarle.

E le persone, basta capirle.

Chi sa se c’è qualcuno che fa lo stesso ragionamento con me. Basta capirla, quella pazza, che pare fare le cose al contrario di come le norme comportamentali suggerirebbero.

Il punto è che non si può vendere la propria spontaneità per il piacere di far bella figura in giro. Cioè, se siete contenti fatelo pure. Ma io non ci guadagno nulla a fare la persona seria e piegata alla volontà altrui davanti a chi è più grande di me, così come a reprimere l’istinto mentre sono a spasso per le strade. Voglio fare finta di ballare in mezzo alla piazza? Lo faccio, tanto poi se mi tengo sono solo rimorsi miei, e se non esplicito le mie emozioni al momento giusto, sappiamo tutti cosa accade: vado a sfogarmi addosso al frigorifero (come testimoniano vecchi articoli) e voi non volete certo che io rovini la cucina in legno con i miei sentimenti, solo perché ho subito un’implosione improvvisa.

Dovrei raccontarvi la storia della campana tibetana. Una scodella da cereali dorata, a prima vista. Il mio relatore mi ha detto di suonarla e io ho persin fatto di più, sono riuscita a far ridere tutti.
Il come lo tralascio, salto direttamente al commento di un tesista, fuori dall’ufficio del professore:”Ma cos’ha nei tuoi confronti?”.

Boh, non lo so. O meglio, mi sembra quasi che abbia letto un manuale sulle istruzioni d’uso della sottoscritta di cui nemmeno sapevo l’esistenza e sappia benissimo quali battute fare, quali commenti fare, come riuscire a farmi ridere. Vi giuro, ridiamo sempre. Non credevo fosse possibile un rapporto del genere tra studente e professore, forse perché non mi sono mai scontrata con questa realtà. Eppure devo dirvi che è fantastico e ricevere approvazioni da un professore famoso e stimato dà delle botte all’autostima che se poi mi ritrovo ad avere il coraggio di presentare il mio ragazzo alla mia scrittrice preferita e proporre una chiacchierata a mezzanotte ad un ‘si spera presto amico’, beh, sappiamo dove ho fatto rifornimento.

Se trovate dove ho perso tutte le mie inibizioni, lasciatele lì, ormai sono solamente un impiccio e di impicci già ne ho a volontà (perché me li cerco).

Alla fine sarà inutile ciò che potrà pensare la massa di sconosciuti che popola questo pianeta. A me importa solo di fare qualcosa di utile per questo posto, ma soprattutto per la rosa di persone che mi accompagnerà negli anni a venire. Vederli sorridere sarà la soddisfazione più bella del mondo.

Ah niente, poi volevo dirvi che probabilmente un giorno mi passerà questa fase cosparsa di miele ogni tre parole che scrivo, non vedo l’ora di tornare l’idiota di sempre, quella persona che il romanticismo l’ha scordato mentre era in vacanza (dove? quando?) e si diverte a fare la cretina in ogni situazione. Un po’ rimpiango la vecchia disillusione che mi rendeva un lucente pezzo di ghiaccio, tuttavia pare proprio che farmi uscire dal tunnel sia diventato più complicato del previsto.
Non solo condivido il mio tempo con un ingegnere che ha mantenuto ben poco dei tratti caratteristici della specie, ma sono anche accerchiata dal mio migliore amico e la sua dose di occhi a cuore quotidiani. L’amore finirà per farmi schifo, come la panna, che a furia di mangiarne ti nausea. Dovrei tornare il maschiaccio di qualche anno fa.

jessytherebel, una ragazza che ha sputato sulla femminilità a colpi di calci al pallone e sta tornando al lato oscuro della forza aggiungendo alla propria crew esclusivamente amici maschi

e fidatevi che son molto meglio delle femmine.

Un po’ va bene, ma poi bastaultima modifica: 2018-06-09T15:36:03+02:00da jessytherebel
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