Lo sposta-persone

Diciamocelo, se dovessimo prendere la realtà così come arriva, non sarebbe proprio una bella vita.

Da ormai più di un anno ho preso una malsana abitudine: cambiare città usando lo sposta-persone! Ma sappiate che prima facevo anche di peggio, prendevo il treno della Torino-Ceres.

Se dovessi dire oggettivamente cosa sia meglio tra un treno e un autobus? Andare a vivere in un paesello semi deserto della montagna. Così mettiamo fine una volta per tutte all’imbarazzo di dover guardare altra gente in faccia, perché dovunque io giri la testa ci sono un paio d’occhi pronti a conficcarsi nei miei.

Eppure, lo sposta-persone, se scegli quello giusto, sa anche migliorarti la vita. E’ un oggetto grosso disegnato molto semplicemente: un parallelepipedo con gli spigoli smussati, così se ci sbatti contro non ti fai troppo male, appoggiato su delle ruote. Una novità insomma, il trasporto su tondi spessi. Ah, sono di gomma, così sono morbide e se ci sbatti non ti fai male… Forse.

Ne esistono di tanti tipi: quelli raso terra che ti permettono di controllare la qualità del manto stradale mentre pensi ai fatti tuoi e ti fai trascinare dove – sicuramente – qualcuno ti ha imposto di andare, quelli da gita scolastica coi sedili imbottiti e le pareti spesse per attutire le urla dei bambini, e poi esiste lo sposta-persone extraurbano. Quella via di mezzo tra il calduccio d’inverno e la bronchite d’estate che devi per forza prendere. Okay, scherzavo. Quella via di mezzo tra il comfort e i tre quarti d’ora passati a fissare il nulla che devo subire due volte al giorno, insieme al resto di pendolari che si fanno traslare in città con me.

Vorrei parlare per un momento dei sedili. Ora, chi si è dilettato nella progettazione del primo sposta-persone era sicuramente un tipo socievole e cordiale. Idem tutti quelli che hanno seguito il suo esempio. Ma possibile che nessuno, nemmeno uno, sia stato abbastanza intelligente da figurarsi che al mondo esistono anche i sociopatici? Davvero anni addietro erano tutti simpatici e gentili tra di loro? (Sarebbe un mondo fighissimo)

Hanno accoppiato i sedili, complicando ogni sforzo di evitare un approccio verbale col vicino e costringendoci addirittura ad un contatto fisico.

Personalmente, l’apice della gioia si verifica quando il posto accanto a me resta vuoto e ci si possono sedere i miei pensieri. E questo capita principalmente in due casi: quando meno ci spero e quando è notte fonda. L’ultima possibilità implica anche un certo rischio di restare a piedi per tutta la notte, ma si sa, senza essere un po’ Cenerentola col coprifuoco, non ci si diverte. E se lo sposta-persone a mezzanotte dovesse trasformarsi in una zucca, credo che avrei considerato l’ipotesi di prendermi sottobraccio un vassoio di pop corn e godermi anche l’eventuale trasformazione dell’autista. Perché onestamente non ricordo se in Cenerentola esista qualcuno alla guida della carrozza, eppure immaginarsi uno scenario simile nella realtà mi suscita più ilarità di quanto dovrebbe.

Per rimediare alla storia dei sedili, qualcuno divorato dai sensi di colpa ha pensato di inventarsi le vetrate ampie. Quelle che ti permettono di guardare un punto preciso, togliendo gli occhi di dosso alla specie umana e levandoti dall’imbarazzo di fissarti i piedi, ma che comunque non ti risparmiano gli esami di coscienza.

Devo ritrattare, l’apice della gioia è sedersi accanto al finestrino, senza esseri viventi di fianco, dietro tutti zitti e buoni, e il Sole fuori o al massimo la Luna. Le stelle no, perchè non si vedono bene, anche se personalmente una manciata di stelle la vedrei bene ovunque.

Oh, poi alcuni sposta-persone godono anche del posto d’onore, prima fila a destra, sinistra no perché hai un misero spazio vitale e se ci stai tu non ci sta lo zaino; ma davanti… Di notte, davanti: come guardare un film in full HD. Anzi meglio, non c’è il volume alto, che darebbe solo fastidio. Luci e buio, un infinito susseguirsi di contrasti, la lotta tra due facce della stessa medaglia; la nostra battaglia per sfidare le tenebre, un ossimoro. Tutto tremendamente affascinante. Quello è davvero il top, ma non si può avere tutto dalla vita, altrimenti guiderei la mia macchina nera adorna di una fiammata giallo-rossa sulla fiancata, saprei parcheggiare e camminare sui tacchi.
Invece la mia macchina è grigia di polvere, esulto se centro le strisce bianche e vivo perennemente al piano terra del pianeta.

In fondo, lo sposta-persone non è poi così male, non fosse che ci passo minimo un’ora e mezza al giorno e a volte sembra davvero un’eternità. Eppure qualcosa di buono, ad esser sinceri, c’è sempre.

Lo sposta-personeultima modifica: 2018-07-14T23:21:42+02:00da jessytherebel
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