Ai capelli piace l’acqua

Fare finta che i problemi non esistano non è certo un modo saggio per vivere, tuttavia aiuta ad alzarsi al mattino con un sorriso autentico.

Di solito con il tempo si supera tutto. Già, quasi tutto, perché non so davvero da che parte cominciare per accettare di non avere più tutti i miei capelli. Ora capisco il disagio delle ragazze in classe con me al liceo, che andavano dalla parrucchiera e poi si lamentavano per giorni che eih! ben 5 cm di capelli in meno. Ed erano lisce.

Io non so bene cosa sia successo. Un centimetro, massimo due ad ogni sforbiciata. Eppure, mi sembra di avere i capelli cortissimi, eccessivamente ricci, gonfi, ma soprattutto corti. Un vero dramma, considerando che la mia mente è proiettata all’unico giorno di ottobre in cui vorrò davvero dare una bella impressione di me, e come prima cosa esigo una capigliatura decente.

Insomma, come puoi tenere a bada l’ansia da prestazione se non sai nemmeno tenere a bada i tuoi capelli? Non puoi, semplice. Ragion per cui spero che da qui ad allora crescano abbastanza da soccombere alla forza di gravità, unica mia salvezza in questo mondo fatto di boccoli e inimicizie verso qualsiasi sostanza lipofila.

Di solito ai capelli l’unto piace. Alle persone l’unto piace. Ai miei no, loro stanno bene nell’acqua, fine della storia. Peccato che il resto della mia persona abbia un rapporto piuttosto complicato con l’acqua, qualcosa di simile ad una relazione professionale spinta a restare il più superficiale possibile.

Non sono assolutamente un pesciolino e tra quattro giorni parto per il mare, insieme ad un pazzo convinto di insegnarmi a nuotare nell’arco di poco. A me? Io che detengo il record per essere quasi affogata in una piscinetta da cortile? Io che se qualcuno mi chiede di andare in piscina mi tengo dall’insultarlo? E non parliamo della mia irresistibile voglia di indossare un costume in pubblico… appunto perchè non esiste e di conseguenza non possiamo parlarne. Sto andando consapevolmente incontro a tutto ciò che detesto di più e non mi sono mai sentita così cretina.

Una parte di me vorrebbe scappare sotto terra ed emergere solo una volta scampato il pericolo. E invece mi tocca scendere in campo e affrontarlo. Questa storia si sta facendo complicata. Un tempo vivevo con molta più calma addosso, mentre ora mi sembra di essere salita su un treno che corre impetuoso verso tutto ciò che ho sempre puntigliosamente scartato, onde evitare un collasso emotivo (sempre che esista). E ora mi ci sto letteramente buttando dentro.

Se non avrete mie notizie entro Ferragosto, sarò scoppiata. Esausta, della vita e delle sue sfide, io che dai 15 anni in poi ho sognato di poter vivere almeno uma settimana in completa tranquillità e ancora non ci sono arrivata. Se invece mi farò viva prima sarà perché almeno in parte sarò sopravvissuta al carico di sfide che sto per affrontare, ultimo il viaggio in treno da sola, di ben 13 ore.

La mia prima vacanza. La prima volta che sfiderò davvero me stessa.

Ai capelli piace l’acquaultima modifica: 2018-07-26T11:45:25+02:00da jessytherebel
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