Riso per non piangere

A chi non è mai capitato di ritrovarsi alle otto di sera a dover cucinare qualcosa per il pranzo del giorno dopo e doversi aggiustare con gli ingredienti che si hanno in casa?

Dimenticatevi di tutto ciò che avete letto sui blog di cucina e imparato da vostra nonna, la sopravvivenza è una questione che va oltre il buon gusto.

Sto per fornirvi un esempio di come fare schifo con dignità e trovarsi nel piatto qualcosa di nemmeno tanto tragico.

Oltre agli ingredienti che ho in casa, non ho modo di avere nient’altro e manco sto a fare l’elenco perché, in verità, per pigrizia non ho nemmeno terminato di esplorare tutta la dispensa. Avevo deciso a priori che avrei “fatto un riso” e da lì non mi sarei di certo schiodata. Come farlo, era un altro paio di maniche.

Si sa, se uno vuole azzardarsi a preparare un risotto, ha un vincolo sull’operato a cui non può sfuggire: il brodo. Ora, ci sono persone che fanno cuocere il riso nell’acqua e si accontentano di avere bassi standard nella vita; qui, come vi ho detto, si fa schifo ma con dignità, quindi il brodo, in qualche modo, lo si prepara.

Per fare il brodo farlocco: prendete un pentolino e riempirlo d’acqua, dopo di che non state a perdere tempo con le verdure e altre minchiatine, se conoscete la Knorr siete già a metà dell’opera e non vi resta che affondare il dosatore nel brodo granulare, previo svolgimento di una proporzione per azzeccare la dose corretta da versare nel pentolino. Quindi, dopo aver mescolato rapidamente il mio pollo in polvere nell’acqua, accendo il gas e lascio che il brodo levi il bollore. Non fate solo cascare il brodo sui fornelli che poi è una rottura pulirlo.

Per il riso: ne pesate quanto vi interessa, fate solo attenzione che se per disgrazia ne mettete troppo e poi non vi basta il brodo per farlo cuocere, son cazzi vostri. Con 100 grammi e 300 ml di brodo fidatevi che la storia finisce bene.

Quindi, buttate il riso dentro ad una pentola dalle dimensioni appropriate, aspettate due minuti che il riso raggiunga la temperatura che avrebbe se fosse in spiaggia ad agosto, a piacimento di versate un po’ di vino bianco per far finta di non essere astemi e una volta che tutto l’etanolo (ahimè) si è volatilizzato, aggiungete due mestoli di brodo farlocco e contate una dozzina di minuti da quando bolle. Se vi interessa, è questo il momento di sbatterci dentro qualche cucchiaio di sugo, nella speranza che non abbia fatto la muffa da quando l’avete aperto, un numero indefinito di giorni fa. Ora coprite, ma non è che vi sedete sugli allori. Una volta ogni tanto (tipo tre minuti) ci date un’occhiata, perché il maledetto si asciuga, vi si brucia e se non ci fate caso potete prenderlo e darlo al cane. Se si stacca dalla pentola. Se fosse asciutto, non fatevi problemi ad annegarlo col brodo.

Nel frattempo, e già capite che è questione d’essere multitasking, per fare una robetta leggera prendete il primo pesce in scatola che vi capita a tiro e sbriciolatene in un piatto la quantità che vi sembra appropriata condire il vostro piatto, a seconda che vogliate fare il riso col pesce o il pesce col riso. Su internet c’era scritto di usare il tonno, io avevo davanti al naso lo sgombro e quello ho usato. Poi, se siete particolarmente raffinati e avete pure delle acciughe, ne fate a tocchetti un paio e ce le buttate insieme al resto del pesce, che male non fa. In tutto ciò ci siamo persi di vista il sale, da qualche parte mettetene un po’ che se no il piatto finisce per essere sciapo.

Passati i 12 minuti, spegnete, levate dal gas che se no il maledetto continua a cuocere, versate il pesce fatto a brandelli con la forchetta e mescolate aggiungendo un goccio di brodo, nel caso l’accoppiata fosse più asciutta di un fiume in secca. Poi levate subito dalla pentola che se no si appiccica tutto e pregate che non diventi una roccia mentre raffredda, che se avete fatto come me e ce n’è per due giorni, è bene che non venga una porcheria o per svariate ore saranno cazzi amari.

Boh, io ho finito, però voi avete da lavare le pentole. A me resta solo il contenitore del pranzo.

Visto? Schifo, ma con dignità.
Era buono.

Riso per non piangereultima modifica: 2019-11-16T18:41:21+01:00da jessytherebel
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