Almeno per un attimo

Due mesi senza più scrivere nulla.
Due mesi in cui ho cominciato a lavorare per la tesi e la mia vita ha cominciato lentamente a fare sempre più schifo. Non penso che potrei avere un peggiore in questo momento. Ogni volta arrivo ad annullarmi per poi implodere in un fumo di rabbia. E a cosa serve? Assolutamente a nulla.
Ho imparato sulla mia pelle che i sacrifici portano fino alla strada principale, la più larga e dritta, ma per quanto spianata, dopo un po’ che ci transiti ti accorgi di quel che è veramente: un delirio, in cui pur di mantenere il tuo passo devi rinunciare a tutto quello che hai. E quindi stavo pensando, in preda un acceso dibattito interiore, che forse sarebbe meglio levarsi da questo inferno di strada principale e prendere una delle tante vie laterali, buie e silenziose, a cui ho sempre aspirato.
Bello salire in alto, ma lo pensate ancora mentre il sole vi brucia? Sì, sole con la lettera minuscola, perché oggi non mi va di dargli importanza. Oggi desidero le tenebre, eppure non so scollarmi da davanti al caminetto.
La verità è che sono incapace di gestire tutto, e finisco per prendermela col mondo intero. Conoscermi bene mi fa impazzire ancora di più.

Eppure stamattina era tutto tranquillo, avevo in testa una sola cosa, davanti agli occhi un’unica immagine. Si stava bene con quello spettacolo davanti al naso. Se ci penso, non so nemmeno perché inseguo lo stesso sorriso da due anni, faccio il diavolo a quattro per cancellare tutto dalla memoria e dal giorno alla notte tutto ritorna come prima.
Come quella poesia, l’unica che io abbia mai scritto. Come quei giorni in cui i battiti acceleravano all’improvviso perché non ti aspettavo e invece comparivi tu. Non ho nemmeno bisogno di chiudere gli occhi per tornare a quel pomeriggio in cui scesi dal 67 in preda al terrore, credendo mi avessero rubato i documenti, e finii per andarmene a piedi alla stazione, dandomi dell’idiota perché invece non avevo perso nulla, e ti trovai lì. A tutte le volte in cui ho mentito per trovarmi al posto giusto e al momento giusto per vederti un attimo, soprattutto quella sera in cui uscii di casa alle ventitré e passai tutto il tempo a tremare, più per l’ansia che per il freddo. E infine alle mie pazzie e ai messaggi inopportuni, che se ci penso mi vergogno, però poi devo anche un po’ a loro il merito di stare dove sono. Se ti penso, mi sembra che il mondo sia un posto migliore, dove posso sopportare qualche altra ingiustizia, tanto prima o poi ti vedo, e allora sarò felice. Fortunata me, che ti ho incrociato per caso e ti ho parlato per caso, ma tanto sappiamo entrambi che non ce l’avrei mai fatta a stare zitta e, in fondo, basta poco per far esplodere in un fiume di parole anche te.
Fortunata me, che posso sentirmi uno schifo e credere di aver toccato il fondo, ma mi basta un tuo sorriso per non pensarci più, almeno per un attimo.

Almeno per un attimoultima modifica: 2020-01-15T16:12:21+01:00da jessytherebel
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