È pur sempre lunedì…

Mi sveglio al suono del cellulare sul mio comodino. Sono le 7.15 e devo far cuocere la salsiccia. Ma chi ha voglia di alzarsi…
Nei venti minuti che passo rotolandomi a destra e a manca realizzo di essere ancora tutta intera, di non avere il naso chiuso, nemmeno cenni di mal di gola e mi accorgo lentamente di quello che ho appena sognato. Più diretto di così proprio non si poteva. Cedo alla terza ripetizione della sveglia e mi alzo.

Quando mi vedo allo specchio capisco due cose: la prima, che se riuscirò a sistemarmi i capelli mi meriterò come minimo un applauso; la seconda, che i miei neuroni lampeggiano come le luci di un albero di Natale. Non so bene come accada tutto ciò, ma circa quaranta minuti dopo mi ritrovo seduta a tavola, a mescolare cereali nello yogurt bianco, mentre di fianco a me la salsiccia tenta di bruciarsi ogni sessanta secondi ed esattamente davanti al mio yogurt c’è un paper che non aspetta altro che essere letto e approvato dalla sottoscritta. Ok dai, solo una sezione e mezza, non l’intero paper. Mossa da non so bene quale spirito, riesco a fare tutte e tre le cose contemporaneamente e, una volta concluso l’arduo compito, torno nello stato di torpore dell’ora precedente. Devo uscire di casa, ma non riesco a mettere in fila le idee su quel che devo fare.

Tra un ripensamento e l’altro si fanno le 9.30 e riesco comunque ad uscire di casa senza il carica batterie del computer. Ovviamente me ne rendo conto solo un’ora dopo, quando riesco finalmente a sedermi alla scrivania e pensare che devo correggere la mia benedetta tesi. Bastasse pensarlo per riuscire a farcela. Con tutti i miei buoni sforzi, ogni volta che riesco ad allontanare dalla mia testa quel pensiero fisso, succede qualcosa per cui chi mi sta intorno mi ci fa pensare un’altra volta. E mentre tiro un sospiro di sollievo per essere riuscita ad arrivare alla fine del terzo capitolo – senza aver scritto i primi due – mi rendo conto del disastro: manca un’intera sezione. Svampita come sono, è già tanto che l’abbia notato.

Nemmeno al pomeriggio riesco a liberarmi del chiodo fisso e ci resto sempre più invischiata col passare delle ore: non per niente adesso dovrei stare ordinando superfici di forsterite (ne so quanto voi che leggete) e invece sono qui a scrivere le mie memorie in chiave tragi-comica, come sempre. Ma è appena scattata la mezzanotte e finalmente siamo arrivati a martedì. One more day to go.

Che poi mi viene da ridere se penso al mio livello di disagio. Bisogna avere talento per uscire di casa e andare a letteralmente tre isolati di distanza, distrarsi un secondo mentre si torna indietro e riuscire a trovarsi da tutta un’altra parte. Mi stanno sorgendo dei dubbi seri su cosa io possa aver scritto nella discussione dei miei risultati… io che riuscivo anche a stupirmi di come fossero scritte bene certe frasi (che quasi sicuramente saranno quelle ritoccate dal mio relatore).

Ogni tanto mi sento un po’ come Alice Allevi, se avete presente. E ho la sensazione di aver trovato una specie di Arthur Malcomess, o forse lui ha trovato me. In tutto ciò, farò finta che Alessia Gazzola non abbia mai scritto tutti e otto i libri de L’Allieva: in fondo io non sono un’affetta-cadaveri e non ho recuperato nessun fratello ubriaco ad una festa. Un giorno sono incappata in un libro dal titolo “La chimica del cosmo”, ma questa storia la conosciamo già. E da lì, è stato tutto un susseguirsi di conseguenze.

La vostra – intermittente – jessytherebel

È pur sempre lunedì…ultima modifica: 2020-09-29T00:09:40+02:00da jessytherebel
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