Come non iniziare l’anno nuovo

Come mi aspettavo, non c’è mai niente di buono nel cambio della data sul calendario. Davvero, più passano gli anni e più mi chiedo che senso abbia festeggiare questa mera convenzione. Da ex-studentessa, troverei molto più saggio festeggiare un nuovo anno scolastico o accademico, qualcosa che davvero porti con sè dei cambiamenti. Ma l’anno solare? Cambia forse qualcosa nella rotazione della Terra intorno al Sole? A quanto mi risulta, no.

Ma soprattutto, detesto questa festa per un altro motivo, direi anche l’unico degno di nota: il carico spropositato di aspettative che uno si fa prima ancora che le danze abbiano inizio. E sono proprio le aspettative ad avermi atterrato a sto giro. Se l’anno scorso ero riuscita nella miracolosa impresa di non aspettarmi nulla e godermi quel che sarebbe arrivato (soprattutto nei mesi successivi a gennaio), questa volta mi sono rovinata in partenza.

Dopo essermi resa conto che da quest’anno davvero non mi aspetto niente – badate bene, dall’anno intero – perché ormai il grande passo di entrata nel mondo del lavoro è stato compiuto, ho commesso la madornale idiozia di costruirmi due infiocchettate aspettative per la sera del 31 che, con dolorosa precisione, sono andate in frantumi insieme.

Cioè, ma nemmeno a volerlo programmare, voglio dire: due cose diverse, che riguardano due persone diverse, vanno male, ma che peggio non si può, una in fila all’altra nell’arco di tre ore.

E così ho cominciato l’anno nuovo con un bicchiere di vino bianco in mano, mentendo e lavandomi bene gli occhi, anche troppo per i miei gusti. E tuttavia il retrogusto della delusione abita ancora le stanze vuote della mia testa. In questo giorno di neve e silenzio, cerco di allontanare il pensiero di essere sempre la seconda scelta della gente, ripetendomi che so di non dover contare su nessuno se voglio essere felice, perché nei momenti importanti le persone a cui tengo hanno sempre qualcos’altro di meglio da fare. E sono consapevole che se io sono fuori da questo meglio, non è un problema mio.
Se mi andrà di mettere il mondo sottosopra per qualcuno, lo farò, e se mi andrà di essere gentile con qualcuno che con me non lo è affatto, farò anche quello, ma prima mi assicurerò di stare facendo tutto ciò per un piacere personale, che sia abbastanza da costituire tutto ciò che mi aspetto di ricevere in cambio del mio impegno. È tutto ciò che serve, in fondo.

Forse è la strada giusta per rendere un po’ più felici se stessi e dipendere un po’ meno dagli altri.

Come non iniziare l’anno nuovoultima modifica: 2021-01-01T14:21:20+01:00da jessytherebel
Reposta per primo quest’articolo