Se proprio devi farlo, fallo veramente male

Come è facile intuire dall’articolo precedente, il mio anno non è certo iniziato col botto. Anzi, ho ingranato la retromarcia e senza guardare due volte lo specchietto retrovisore ho premuto a fondo l’acceleratore, schiantandomi con gran classe. Avete presente il detto “Se devi fare una cosa, almeno falla bene?”. Ecco, io ho adottato la versione opposta, che più o meno suona come “Se proprio devi fare questa cosa, assicurati di farla veramente male”, e così ho fatto.

Certo è che, per quanto possa fare schifo questa situazione di partenza, la conseguenza diretta è che non si può che migliorare e così, dopo qualche giorno di altalena emotiva, sono ripartita alla conquista della mia serenità. Nemico principale: i troppi pensieri.

Mettere a tacere il mio cervello una volta per tutte a suon di mazzate immaginarie è un po’ come cercare di prendere il controllo sulla densità di spin di un complesso sistema chimico con tre o quattro elettroni spaiati: tu vorresti che stessero in determinate posizioni e hai anche capito dove dovrebbero stare perché tutto vada a meravigliosa, ma loro semplicemente si rifiutano di prendere quella via. Solo che nella vita non esistono i restart, non si può cambiare la geometria di partenza con un paio di clic e tenendo premuto control insieme al tasto destro del mouse… Nella vita l’unico modo di mettere gli spin al loro posto è tuffarsi nel sistema, rimboccarsi le maniche e mettere le mani su quel che non funziona, con la convinzione di riuscire ad aggiustarlo.

Facendo così, io sono riapprodata a Barcellona piena di aspettative e le mie ottimizzazioni sono quasi alla fine. Ho fatto oggi un rapido conto ed è emerso che ho per le mani ben 136 strutture, che più o meno vuole dire che ho così tanti dati che piantar casino è più una certezza che una probabilità. E infatti, con dolorosa precisione, oggi mi sono resa conto della prima minchiata dell’anno.

“Com’è possibile che queste due distribuzioni di energie siano così differenti tra loro?”
È possibile, Jess, se al posto di prendere i dati che ti servono, canni la riga in pieno e copi le energie di un altro complesso. Ma soprattutto è possibile che ti venga la voglia di controllare tutto, ma proprio tutto, fino a quando, dopo aver escluso varie cause dalla lista dei possibili errori, ti riduci a guardare i numeri usati in partenza e scopri – solamente allora – di esserti fatta le peggiori paranoie per una cagata, l’ho detto. Che tonta che sono.

Eppure lo sento, l’odore sottile degli sbagli, che si insinua sotto la porta e arriva a stuzzicarmi il naso, e mi mette in allerta su quanto sia facile dimenticarsi qualcosa quando si cominciano ad avere troppe cose per la testa. E quella sensazione di sopraffazione di quando c’è troppa carne al fuoco e sembra di non riuscire a gestire tutto. Ma con un po’ di maestria ed una discreta dose di post it con cui ricoprire la fetta di mondo lontana dalla mia agenda, sento di poter fare tutto. In fondo, con qualche preoccupazione in meno, avrei persino il posto per qualche promemoria in più, e soprattutto con un bel po’ d’ansia in meno, potrei persino divertirmi con la quotidianità.

Se proprio devi farlo, fallo veramente maleultima modifica: 2021-01-28T22:23:25+01:00da jessytherebel
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