È colpa del pavimento

Non mi smentisco mai, è proprio vero che ho un problema con la M. Matteo, Marco, Michele… Continuo a navigare nello stesso brodo e guai se scappo dal pentolone!

Oggi sono riuscita a fondere la spina della prolunga, per cuocere una farinata nel forno. Tutto sto bordello perché ero convinta che domani me ne sarei scappata in riva ad un lago, e invece no. Quindi ora ho il pranzo, ma sono senza gita. E tutto per colpa di un pavimento. Volevo un pezzo di maledetto linoleum da ficcare su un pavimento che di per sè nemmeno esisteva, visto che fino a poche ore fa era costituito da travi in ferro e pietra pomice inzuppata nel cemento. Ora è bello, liscio e puzzolente, c’è polvere di cemento ovunque, e per un attimo mi sono chiesta se quella che avevo sui capelli, nel caso in cui avessi sudato, sarebbe cementificata. Poi li ho lavati, ho avuto il mio momento di sconforto quotidiano e, per riprendermi, ho passato l’ultima mezz’ora a scrivere un messaggio per una persona che vedrò a metà novembre, dal vivo.

Siete confusi? Anche io. Ma oggi sono successe delle cose incredibili e questo è il risultato. Stento ancora a crederci, oggi ho comprato il biglietto di un concerto. Il biglietto. Di un concerto.

Mi sembra passato un secolo da quel giorno (30/10/2019) in cui festeggiai il mio compleanno con Lewis Capaldi davanti al mio nasino a patata, da sola, a Milano. Quasi ero un’altra persona allora… sarà per questo che mi sembra ancora di più che sia passata un’eternità. E il pensiero di un concerto a novembre… Quasi stride con quella che è la mia normalità.

C’è da dire che si sono verificate un numero di circostanze, sia infelici, sia fortuite, che starebbero meglio addosso al protagonista di un libro, ma è pur vero che io ci ho provato così tante volte ad infilarmi in storie e romanzi, che non c’è da stupirsi se ogni tanto la vita mi regali qualche pagina da libro. E scommettiamo che di questa cosa io mi ricordi solo quando le cose girano relativamente bene? Scommettete, che vincerete di sicuro.

Ce li avete presente i tira e molla nei libri? Storie d’amore complicate, protagonisti che si avvicinano e si allontanano, si riappacificano e poi litigano per l’ennesima volta. Mi domando perché ci piaccia tanto leggerle, ma non viverle. Forse sarà che apprezziamo il pensiero che le storie complicate siano relegate in un libro, lontane dalla nostra vita. Peccato che non sia esattamente così. Più cerchi di scappare da una disgrazia, più quella preme l’acceleratore e viene a prenderti. Senza battere ciglio.

Ve lo dice una che ha navigato nelle incognite di una relazione per un mese e mezzo, giusto per scontare i due in cui invece le cose sono andate bene, e alla fine, pur senza saper nuotare, si è trascinata a riva e ha urlato che pietà, non ne poteva più. Scampata con fatica agli ultimi tentativi della piovra di avvolgersi attorno ad una mia gamba e tirarmi sott’acqua per farmi soffrire ancora un po’, mi sono aggrappata alla prima ancora di salvataggio che ho visto passare e sono contenta del risultato. Non c’è niente di meglio di un ragazzo che fa musica e che non hai la minima chance di incrociare per strada, così si raccolgono gioie, senza seminare problemi. Il pragmatismo prima di tutto, nella vita.

Scherzi a parte, odio il vuoto e i silenzi che non derivano da un’incazzatura, perciò ho occupato tutto con il primo contenuto di qualità (ed io ho standard molto alti) che ho incontrato – nemmeno cercato – e mi sono sentita subito meglio. Sempre stata d’accordo con chi afferma che la musica sia la medicina dell’anima. E il prossimo che mina la mia felicità, non la passerà liscia facilmente.

 

P.S. Che poi è colpa di mio padre se abbiamo lisciato il pavimento ed è anche colpa di google maps se ho comprato il biglietto solo oggi… E insieme a quello anche quattro vasi, ieri, mentre ero in preda al nervoso. Ho sempre tutto sotto controllo.

P.P.S. Ho risalito la catena di colpe per un attimo e sono giunta ad una conclusione estremamente interessante. La colpa delle disavventure amorose è da attribuire al mio ex, prima ancora a chi me l’ha presentato, perciò al fatto che io mi trovassi a Barcellona, dunque a chi mi ha offerto il contratto di lavoro e per ultimo a chi lo ha accettato. Quindi, in sostanza, è tutta colpa mia. Ne combinassi mai una giusta!

È colpa del pavimentoultima modifica: 2021-08-25T00:09:16+02:00da jessytherebel
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