Il rombo dei giganti

Forse se scrivo starò meglio.
O forse è l’ennesima menzogna che mi racconto, e sono appena le dieci del mattino.

Ho una pagina di Google aperta sui voli in partenza dall’aeroporto, il cuore ridotto in poltiglia e un’inesauribile voglia di piangere. Con tutte le lacrime che ho versato da quando mi sono svegliata, mi ci sarei potuta fare la doccia. Invece sono incastrata sulla mia sedia, sulla mia coscienza una lista non indifferente di faccende casalinghe da sbrigare e di fianco a me un fazzoletto quasi fradicio.

Questa mattina, oltre al cuore ammaccato, ho pure un dito malconcio. È successo ieri sera nella fretta di uscire. Se penso che ho dato buca ad un concerto… E ne è valsa assolutamente la pena. La verità è che dovrei sentirmi un po’ in colpa per aver sprecato i soldi del biglietto, invece quasi non mi tocca. Sarà che al cuore non si comanda, ma al mio cervello pure meno. E quando si tratta di scegliere tra gli amici e della bella musica, che però è pure triste e sai già che ci passerai la serata a piangere…
Ho scelto di piangere il giorno successivo.

Decisione saggia, nevvero? In realtà non so nemmeno io perchè sono ridotta in questo stato, o meglio, lo so ed è colpa di quella fottutissima paura che la distanza distrugga i rapporti, che guarda a caso di manifesta proprio poco prima che il culo su un aereo ce lo poggi io. Ho fatto il grande errore di sbirciare il calendario e vedere che tra 22 giorni sarò già imbarcata. E scommetto che a breve ne pagherò le conseguenze con un (altro) lauto pianto.

Che poi, anche se non volessi stare così crucciata, è matematicamente impossibile evitarlo. Sta decollando un aereo ogni dieci minuti (quando non è ogni cinque) e questa mattina li sento tutti. Tutti. Colpa del silenzio che regna in casa, intervallato ahimè solo dai miei singhiozzi, che non sono comunque sufficienti a coprire il rombo dei giganti con le ali. E ogni mezzo che passa è un coltello che si insinua un po’ di più nella piaga.

Come vorrei fuggire da me e andare altrove, in un mondo leggero, dove si respirano le possibilità senza il peso delle conseguenze. Mettere in pausa i miei pensieri e non dover più sgomitare per far spazio alla serenità. Ma da se stessi non c’è via di scampo e questo mi è sempre stato chiaro. E la paura ci attende al tavolo del nostro personale tribunale, sta a noi portare le prove per non farci condannare.

Il rombo dei gigantiultima modifica: 2021-12-18T10:17:44+01:00da jessytherebel
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