La serata del disprezzo

Non ci sono parole per esprimere quando io disprezzi la doccia di questo appartamento. Mio Dio! Forse se avessi i capelli lunghi due centimetri non mi accorgerei nemmeno del problema, e invece ho la testa piena di ricci che con il cambio di stagione si sono diradati a manetta e sono andati tutti nel medesimo posto… lo scarico. Ho preferito non rovinarmi la cena e rimandare l’ingrato compito a domattina, sperando che una notte non sia sufficiente a far proliferare muffe e batteri e a tingere il piatto di rosa. E’ successo anche questo…

Oggi parleremo di quanto sia sottovalutata la libertà di parlare nella propria lingua madre e anche quella di fare le cose di nascosto.

Punto numero uno: dover esprimere le mie emozioni in spagnolo è fastidioso. Non tanto per il fatto di doverle tradurre, quanto piuttosto perchè è impossibile trovare una degna maniera di rappresentare qualcosa che per me esiste solo ed unicamente in italiano e che potrei forse esprimere in inglese, ma anche lì cambierebbe sfumatura. Insomma, una frustrazione senza fine. Se poi aggiungiamo che mi sto drogando di Gilmore Girl e il mio cervello processa inglese per almeno un’ora al giorno, ecco che arrivo anche a rifiutarmi di utilizzare l’idioma ispanico, e vengo a scrivere le cose proprio qui, dove non devo rendere conto a nessuno e sono libera di fare il cavolo che mi pare, compreso scrivere le frasi lunghissime che gli inglesi odiano profondamente, il che ci porta al secondo punto.

Quei maledetti usano sette fottute frasi per scrivere un paragrafo quando a un italiano ne basterebbero due…. Due!

Dicevamo, il secondo punto. Sono acida stasera. E non ci sono ormoni da incolpare per tutto ciò. Il secondo punto è quel che mi son legata al collo come un piccolo foulard e quello di cui mi sono pentita amaramente una volta essermi resa conto di aver compiuto l’errore: mettere questo blog nelle mani di persone che mi conoscono troppo bene. Il motivo? Molto semplice, questa pagina è un immondezzaio. Qua ci passa di tutto, dalla roba bella a quella schifosamente brutta, con la garanzia che i diretti interessati non capiranno mai e poi mai chi si riferisce a cosa. Tranne in alcuni casi in cui la follia altrui mi ha portato a rivelare dettagli, ma andiamo avanti.

Qui c’è e c’è sempre stato tutto lo sporco e lo scomodo che in qualche modo doveva uscire dalla mia testa o mi avrebbe fatto impazzire, fino a quando non ho fatto l’errore di mettere l’indirizzo in mano al mio tipo. Mai dotare una persona vicina di questo potere. Finora aveva sempre funzionato perchè chiunque se ne frega altamente di quello che pubblico, a meno che io non lo sbandieri su qualche social – caso in cui l’entusiasmo termina con la stessa velocità di una candelina. Ma questa volta no. E solo allora ho realizzato che la beata libertà di levarmi macigni dal petto senza essere giudicata era appena andata a farsi fottere. Voi direte, ma perchè essere tanto tragici?

Ho forse mai raccontato allegre vicende amorose qui, a parte nei mesi di maggio e giugno? Ho forse mai brillato nei rapporti umani?

No, tutte le relazioni in cui sono stata, dopo un po’ hanno puntualmente cominciato a fare schifo e non parliamo di quelle addirittura mai iniziate. E qui tutto lo schifo si è sempre riversato senza puzzare, ne fare rumore, in modo discreto e rispettoso. Mmh, forse rispettoso non troppo, ma va beh.

E voi credete forse che io, con il mio personale record di essere sempre stata quella dei due che scappa dalla relazione – tranne in un caso – non abbia un po’ di probabilità di farlo anche stavolta? E che io non abbia qualche problema di cui lamentarmi come se fosse la cosa più grave del mondo? Et voilà, ecco un paio di ragioni che sostengono la mia tesi, e ne aggiungo una terza.

Quel “tranne un caso”, che è stato il più bizzarro di tutti, è diventato il mio migliore amico. E anche colui che il mio tipo proprio fatica a digerire. Un quadretto meraviglioso, nevvero? Che qualcuno arrivasse ad infastidirsi di un mio amico era forse uno degli incubi peggiori che potessi avere al riguardo di una relazione e giusto perchè la vita non poteva certo darmi tutto facile, eccomelo servito.

Una rottura di cazzo senza precedenti. Sicuramente ci sarà di peggio, ma questa non scherza. E dopo che mi ha madre mi ha cresciuta a pane e “non fare il paragone con quello che fanno gli altri”, io vengo giudicata in torto proprio con la medesima argomentazione. Se pensate che di lì a dieci minuti avevo a portata di mano gli stecchini di un ristorante giapponese, c’è da ringraziare che non li abbia usati per una rapida vendetta.

Ecco cosa intendo per libertà di nascondersi: libertà di dire quanto mi fa girare il cazzo che mi si giudichi in torto per essere amica con il mio ex di sei anni fa (sei!) senza doverci litigare sopra qualche ora dopo, perchè se qualcuno ha torto in questa storia, quella non sono io! E soprattutto, chi cavolo si prende il diritto di giudicare le mie scelte di vita, dopo essere comparso in scena da tre secondi!

Ma ancora peggio, quanto stupida sono io a dare il potere ad un estraneo di venirmi a dire se è corretto o no quello che faccio? E portarmi a dire le cose a metà, per non farlo alterare?

Perchè sia chiaro, il giorno in cui mi si chieda di scegliere, non avrò da pensare nemmeno un secondo.

jessytherebel incazzata, e per dei buoni motivi

La serata del disprezzoultima modifica: 2022-12-16T23:49:19+01:00da jessytherebel
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