Grazie alle balle!

Con i titoli cado sempre più in basso, ormai sono irrecuperabile

Pensate quello che volete, ma oggi è il 4 ottobre, e sì signori, quindi merita di essere vissuto alla grande. Cinque anni fa ero in ospedale che dormivo come un ghiro sotto l’effetto dell’anestesia e quest’anno mi son goduta la festa di San Francesco come meritava. In poche parole vi ho spiattellato il posto in cui vivo.

Destino vuole che mio padre venisse coinvolto nella per festa per via della simpatica gara di “Corsa delle rotoballe” gentilmente offerte dal Sig. Mio Papà. Un bellissimo nome.
Quindi oggi, dopo esserci gustati il tiro alla fune tra le sei borgate del paese, proprio prima che nei round finali venisse decretato il vincitore (e questo un po’ mi dispiace) siamo tornati a casa a gran passi per salire sul New Holland (n.d.r. che per chi non lo sapesse è un trattore) e portare i ballotti di paglia di riserva nei tre angoli del percorso.

Lo so che vi state spaventando per la descrizione di cose che non sono solita descrivere, ma ho sbattuto la testa forte forte giusto un attimo fa e sono giustificata.

Fanno la corsa. E ok. Poi arriva mia mamma in clamoroso ritardo e si becca solo più mio padre che si diverte spingendo un ballotto, per gioco. E ok. Poi io insisto per andare dall’altra parte (ovvero di fronte alla chiesa) per salutare Giulia. Giulia sapete chi, migliore amica, collega, amante dello yogurt nel cono fiore… Ops, forse l’ultima potevo evitarla.
Comunque vado dall’altra parte e trovo la mia Giulietta.

“O Giulietta, mia Giulietta,
un po’ mi spiace non esser Romeo,
ma il tuo cavaliere potrebbe trovarsi
dove ancora dobbiamo capirlo”

E poi niente, lei deve correre al ristorante (golosona!) e a me attacca di tirare dritto. Così!
Mentre procedo a passi lenti tentando di mettere a fuoco la gente che ovviamente non vedevo bene senza occhiali, eccomi scorgere un signore che conosco. Giusto il tempo di salutarlo e – mi spiace non poter rendere la scena perché sarebbe da fare – arriva la mia cuginetta di corsa urlando e mi fa prendere uno spavento.

Il problema di questo tipo di situazione è che io se mi spavento urlo. Ma la piazza non era vuota e non ho idea di quanto io abbia urlato forte, ma di sicuro non sono stati in pochi a sentirmi. Manca poco mi parte via il cuore dalla gabbia toracica e arrivederci.
Lei rideva. Io no.

Perché poi ci sono degli aggravanti: se urlo in mezzo a gente che non mi conosce pazienza, ma se urlo in mezzo alla gente del paese che un filo sa chi sono lì scatta l’imbarazzo. Ma la mia attenzione era passata ad altro.
A parte dire a mia cugina di non farlo mai più (cosa che servirà solo ad alimentare la sua voglia di farlo ancora) avevo da scambiare due parole con una persona.

Mentre tornavo indietro per fortuna non ho più beccato bambini che mi assalivano, cani rabbiosi, c’erano sempre meno persone e diamine, ormai in molti sanno che se mi trovo la strada completamente vuota non mi trattengo dal dare il peggio di me.
Che poi ecco, questo è quello che crede la maggior parte delle persone, ma in fondo che male c’è ad intonare Uptown Funk e ballare come dei cretini quando ti mancano 100 metri dal portone? Forse la risposta è già nella domanda, ma mettiamola così: nessuno mi ha visto o sentito e 00jess ha completato ancora una volta la sua missione.

Quale missione? Mettere un po’ d’allegria a qualcuno e a se stessa 🙂

Grazie alle balle!ultima modifica: 2015-10-04T18:47:21+02:00da jessytherebel
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