23.23 esprimi un desiderio!
Io ho sempre espresso lo stesso, ma non ha funzionato. Forse ci voleva una stella cadente o forse non sarebbe bastata nemmeno quella. In fondo lo so che neanche un asteroide sarebbe servito a qualcosa, quindi va bene così. “Ore doppie” resta soltano uno dei pochi flashback che bussano prepotenti alle porte della mia memoria per gettare un po’ di scompiglio nel reparto emozioni. Che poi, a pensarci bene, non sono proprio così pochi; combinati insieme alla vivida immaginazione di cui c’è abbondanza da queste parti, ogni attimo è buono per trovarsi a far parte di una scena del magico film “Tutto quello che hai perso ormai” che, al contrario di una medicina, non fa bene per niente.
Un bel passo indietro, suggellato dal ritorno dei correttori per alluce valgo che non faranno altro se non garantirmi piedi gelidi da qui a quando non li toglierò di nuovo. Piedi freddi ad agosto, questo dovrebbe farvi capire quanto di infernale ci sia in un aggeggio costruito per dare a chi lo indossa unicamente la speranza di un vero miglioramento, ma nella pratica… una prova di pazienza, tutto qui.
La stessa pazienza che mi tocca invocare per non fare minchiate quando si tratta di ricucire o mantenere rapporti interpersonali che vadano al di là del semplice ciao. Questo perché le cose diventano complicate solo nel momento in cui ti trovi effettivamente nella merda, visto che quando sei sereno e stai bene gestisci tutto a meraviglia.
Devono avermi fatto qualche strano incantesimo ad effetto domino. Del tipo, se casca uno, prima o poi caschi anche tu, così ora non so se stringere i denti attorno alla fune che mi regge su ancora per un po’, oppure fare un tuffo nelle acque di sotto, in cui – si sa – non so nuotare. Un giorno metterò fine a questa storia, ma non è questo il giorno di far pace con l’acqua.
Altro flashback. Dovrebbe essere vietato vivere così. Ma in fondo so che questo non è niente. Ho visto cose peggiori, cavolo se le ho viste!
Questa, ad esser sinceri, era una delle più belle.