A lavoro con Gigio

In certe situazioni è più adatto mentire spudoratamente oppure far trionfare la sincerità, a discapito di scomode conseguenze? È quello che mi domando da oggi alle due, dopo essere stata letteralmente inseguita dalla mia collega all’eco di “sì o no!?” E come minchia si risponde ad una domanda del genere? Inoltre, la mia faccia ha imparato un trucco stronzissimo, ovvero … Continua a leggere

Cieli di cittadine natali

7 febbraio. Ricorderò questo giorno come la prima volta da quando mi trovo qui in cui ho sentito seriamente la nostalgia di casa. I raggi di sole che entrano dalla serranda abbassata, dalla finestra nell’ufficio, hanno fatto riaffiorare alla mente il ricordo di quei pomeriggi di maggio trascorsi passeggiando tra i campi, nel mio paese d’origine. Quando ho letto di frasi simili … Continua a leggere

Aria di casa

A furia di preoccuparmi di gente che prendeva l’aereo, è toccato pure a me salirci sopra. Ho impacchettato la mia roba per l’ennesima volta, ho pregato il signore durante il decollo e sono atterrata a Barcellona. Come? Con un leggero senso di nausea dovuta alla spiccata abilità del pilota di guidare di merda, ma sono sopravvissuta e sono contenta così. … Continua a leggere

Il rombo dei giganti

Forse se scrivo starò meglio. O forse è l’ennesima menzogna che mi racconto, e sono appena le dieci del mattino. Ho una pagina di Google aperta sui voli in partenza dall’aeroporto, il cuore ridotto in poltiglia e un’inesauribile voglia di piangere. Con tutte le lacrime che ho versato da quando mi sono svegliata, mi ci sarei potuta fare la doccia. … Continua a leggere

La barriera di attivazione

Stavo pensando che la mia difficoltà nel varcare la porta di una macelleria è quasi  paragonabile ad una barriera di attivazione. Reazioni chimiche, per intenderci. Un po’ come se ci fosse una tremenda salita di fronte all’entrata e io non avessi le forze di scalarla. Vi ho appena servito la definizione di barriera e in questo caso, è una barriera … Continua a leggere

Testarda come un mulo

Stento a credere che sia già passato un mese da quel giorno al Bar Alaska. Ho attraversato giorni difficili, prima in preda allo sfinimento del cambio stagione e poi allo sfinimento mentale, presa da un’irrefrenabile voglia di tornare a casa. Per fortuna sono riuscita a calmare i miei istinti primordiali, tra uno sfogo al telefono e un pianto per strada, … Continua a leggere

Qui ed ora

Oggi smetto di lavorare un po’ prima, torno a fare un salto su questo blog. Dall’ultimo pezzo, il 28 gennaio, è passato un mese e mezzo, e quasi non mi sembra possibile che io abbia trascorso tanto tempo senza scrivere nulla. Però se mi soffermo a pensarci un attimo e mi chiedo quanto spesso faccio qualcosa per me e non … Continua a leggere

Se proprio devi farlo, fallo veramente male

Come è facile intuire dall’articolo precedente, il mio anno non è certo iniziato col botto. Anzi, ho ingranato la retromarcia e senza guardare due volte lo specchietto retrovisore ho premuto a fondo l’acceleratore, schiantandomi con gran classe. Avete presente il detto “Se devi fare una cosa, almeno falla bene?”. Ecco, io ho adottato la versione opposta, che più o meno … Continua a leggere

I primi capelli bianchi

Mi vergogno pubblicamente. L’ultimo pezzo che ho scritto (e pubblicato) risale al 29 settembre e oggi siamo al 2 dicembre. Nel nord Italia nevica, dove mi trovo io ci sono 16 gradi al sole (di pomeriggio) e si può uscire con il giubbotto di pelle. Cosa diamine è successo? Dunque, in ordine cronologico, da allora sono successe le seguenti cose: … Continua a leggere

La copia sputata

Ho appena finito di fare quattro chiacchiere con un collega dell’ufficio, uno di quelli che sperano (inutilmente) di farmi passare dalla parte dell’alcol per ubriacarsi insieme, e ora che ripenso un po’ al suo racconto sto realizzando qualcosa che mi conforta molto. Mi sono chiesta come sia possibile ubriacarsi al punto da star male tutta una mattinata e aver voglia … Continua a leggere